
C’è un luogo segreto nei pressi di Roma che mi ha letteralmente stregato.
Un luogo che è in realtà è un coacervo di luoghi diversi.
Un luogo dove lo spettacolo si ripete ogni giorno
Un luogo dove è stato raggiunto il massimo dell’effetto naturale con il massimo della tecnica.
Parliamo delle numerose gallerie etrusche, che si trovano nel territorio di Formello, fra i 4 e 10 KM dal GRA.
Ne vedemmo già alcune in uno scorso post.
Fino a pochi mesi fa conoscevo solamente il già di per sé straordinario Ponte Sodo, la galleria più nota del territorio di Veio. Per inciso, come tutte le altre, non raggiunta da alcun sentiero.

Poi, grazie in particolare ad alcuni amici di Formello (Ilaria Canali, Francesco Braghetta e tanti altri) che presidiano e preservano con passione il territorio, visitai altre gallerie.
“Caspita!” esclamai entrando nella prima (ovvero nella seconda dopo il Ponte Sodo), poco distante dal mirabile acquedotto del Fosso degli Olmetti.
“Che suggestione!!” entrando in quella successiva.
“Straordinaria!!!” Allorché mi trovai nella quarta, dove, dopo avere fra le varie superato un laghetto grazie a una scala, arrivammo addirittura a un punto di intersezione con ulteriori cunicoli, che avevano probabilmente il compito di drenare le acque dei pianori sovrastanti.

Alla quinta galleria, che supera, se possibile le altre per grandiosità, avevo esaurito gli aggettivi. Infatti merita un’apposita descrizione.
Dopo essere ripidamente scesi dal piano strada ed esservi penetrati, si entra in una diramazione a destra, che dopo alcune decine di metri si allarga, e la luce penetra dall’alto da un foro gigantesco.
Foro che era probabilmente un pozzo di servizio, allargatosi con il collasso della volta.
Dopodiché si rientra nell’oscurità. E a questo punto l’artificiale degli etruschi diventa naturale.
Una vera e propria grotta, che deve infatti essere percorsa con attrezzature speleogiche. Come per le precedenti gallerie, l’opera di erosione da parte dell’acqua in questi 2.500 anni si è sovrapposta all’azione scavatrice degli etruschi.
Ma in questa galleria l’erosione ha esagerato in grandiosità: allargando a dismisura il vecchio cunicolo di drenaggio e abbassandone il fondo, fino a formare una vera grotta dalla volta molto alta.
Con il relativo fascino che contraddistingue regolarmente i luoghi etruschi.

Peraltro quella delle gallerie e dei cunicoli è una mania degli etruschi.
Visto che per esempio anche il sottosuolo della vicina Veio è solcato da una rete di gallerie e cunicoli.
Questo luogo segreto,
per l’eccezionale commistione uomo/natura, per la sua estensione e per la diversità fra le diverse gallerie, non ha pari fra i circa trenta luoghi segreti individuati nel parco di Veio.
E una riflessione finale: chissà se questa passione degli Etruschi per le vie cave e le gallerie, oltre che per motivi di percorrenza e motivi idraulici, era dovuta anche alla loro religione che, più che al cielo, era rivolta alla Terra: basti pensare alle necropoli.

