
Tenere i luoghi segreti nascosti oppure farli conoscere?
In seguito alla pubblicazione delle guide sui Luoghi Segreti a due passi da Roma mi è stato fatto notare se sia opportuno rendere noti tanti posti vicino a Roma ancora integri.
Parliamo di posti spesso incontaminati e rimasti integri nei secoli, alcuni da migliaia di anni, come le opere idrauliche della valle dell’Arrone, dal momento che sono situati in zone difficilmente raggiungibili, fangose/acquatiche, “scarrupate” e senza sentieri.
Quindi con un accesso abbastanza complicato per chi pensa di arrivarvi con facilità e magari di farsi un picnic, lasciandovi piatti di plastica e lattine (a parte il Castello d’Ischia partendo da Nepi, le Cascatelle di Cerveteri e pochissimi altri siti).

Il dilemma era quindi: far conoscere agli abitanti di più o meno grandi città i tesori nascosti nei dintorni?
Per inciso le persone che hanno manifestato i loro dubbi sul fatto di rendere noti questi luoghi, vanno in mountain bike sui sentieri montani e/o praticano lo sci da discesa, due attività a mio parere ben più impattanti che il camminare, oppure sono guide escursionistiche che portano i camminatori sovente in luoghi che magari sarebbe meglio non frequentare troppo.
Sempre per inciso hanno manifestato i loro dubbi amici/conoscenti “de sinistra”, (che magari vanno a fare sci da discesa e sono guide escursionistiche) per il quali l’ambiente deve rimanere incontaminato.
E io li capisco, perché sono stato anch’io “de sinistra” fino a dieci fa, oltre che un fervente ambientalista.
E ambientalista lo sarò sempre.

Premesso che ormai dovrebbe essere lampante che, nel terzo millennio, destra e sinistra non esistono più, ma che esiste solo chi sta sopra (sempre di meno e sempre più ricchi) e chi sta sotto, il mainstream degli ultimi venticinque anni della sinistra italiana (ma anche della destra governativa. Tanto per confermare che ormai queste categorie politiche sono superate) è stato: si alla globalizzazione con produzioni su larga scala, perché più “economiche” di quelle delle piccole aziende locali, si all’immigrazione rapida e massiccia come non si era mai vista a memoria d’uomo in queste proporzioni, si alle privatizzazioni (e poi… si alla flessibilità, ovvero alla riduzione degli stipendi, si alle trivelle, si agli oleodotti, si agli inceneritori e si a tante altre cose molto “de sinistra”).
Ebbene, tutto questo è andato e va tuttora a incidere in modo devastante sul nostro territorio, mooolto di più dello scalpiccio di qualche gruppo di escursionisti.

- La globalizzazione, con la spinta verso produzioni di massa, a basso costo e in paesi dove i lavoratori sono schiavizzati, ha desertificato le nostre realtà locali e annientato in venticinque anni culture millenarie.
- L’immigrazione depaupera in modo irreversibile i territori d’origine e crea una pressione sull’ambiente e sulle comunità locali italiane, che non viene minimamente gestita a livello istituzionale. Oltretutto ci fosse un politico/giornalista che racconti le vere cause dell’immigrazione e perché USA, Francia, UK, il Vaticano ecc. non vogliano fare nulla per risolvere il problema, anzi lo favoriscono, danneggiando per primi i paesi d’origine.
- Le privatizzazioni sono a vantaggio di resort (termali ecc.) e di aziende che antepongono il profitto alla protezione del territorio e di chi ci abita.
luoghi segreti nascosti – Il Crèmera – la galleria vegetale – foto di M. Bordini
Insomma, non penso sia possibile essere integralisti tout court (e io lo sono stato per anni, e ancora oggi, per esempio, non pratico né MTB in montagna, né sci da discesa) e ritengo sia piuttosto necessario contemperare le reciproche esigenze e ritengo quindi opportuno far conoscere questi luoghi.
E sono certo che chi andrà alla ricerca di questi ambienti sarà intrinsecamente interessato a preservarli, senza temere che qualche scarpone e bastoncino telescopico possano danneggiare luoghi che subiscono aggressioni ben più gravi.

Marco Scataglini ha fatto un ottimo ragionamento in merito:
capita di trovare ruderi e altro, situati in luoghi sconosciuti, con rifiuti e scritte sui muri.
Ciò vuol dire che i vandali e gli imbecilli in genere sanno trovare benissimo la strada per certi siti remoti, e che proprio il fatto che nessuno li conosce favorisce la loro opera sciagurata.

Dirò di più, per me deve aumentare la consapevolezza di tutti, romani e non, per lo splendido territorio che circonda la capitale, e bisogna innescare un circolo virtuoso di tutela e di presidio dei medesimi, speriamo anche da parte delle istituzioni.
La conoscenza, anche dei luoghi segreti nascosti, è amore.
Per esempio due dei luoghi descritti nelle due guide, la galleria etrusca della Selviata e l’acquedotto della Torraccia, sono stati ripuliti, la prima dagli elettrodomestici gettativi dai pozzi di servizio (c’ero anch’io!) e il secondo dai rovi, da un gruppo di cittadini romani e formellesi appassionati del loro territorio.

La vera tutela sono, insomma, i cittadini che amano e frequentano ciò che li circonda e che salvaguardano in questo modo le loro radici e il loro capitale culturale e ambientale. Essi, andando a cercare i luoghi che descrivo, possono monitorare le forre e le cascate, le prime per verificare che non divengano discariche e le seconde per verificare che l’acqua non venga captata illegalmente. E in genere, se trovano situazioni degradate possono denunciarle all’autorità competente.
Sono i ficcanaso che vanno a piedi e notano ciò che l’automobilista non vede.
Un po’ come chi prende i treni regionali, e vede l’Italia che sta dietro le case, e non, di sfuggita, solo i cancelli, come chi va in macchina.

L’altro motivo che mi spinge a rendere noti questi luoghi, è l’aumento del potenziale turistico e quindi economico, e di conseguenza la loro maggiore tutela.
Se una parte di questi luoghi venisse resi fruibile tramite segnaletica e sentieristica, a Roma e nei comuni vicini si potrebbero creare molti posti di lavoro, e per di più di valore, nel turismo e nelle attività collegate, e non pochi posti e poco utili come nel caso di “investimenti” nelle grandi opere.
E, per finire il contributo dell’amico Roberto Maldera:”…ogni volta che visito un sito diruto ed abbandonato vado alla ricerca di informazioni del luogo, ma il più delle volte non si trova nulla della sua storia. Nel mio piccolo cerco di documentare e fotografare luoghi che con il passare del tempo finiscono sempre più in rovina e nell’oblio... ”

Bravo Luigi! Adesso scrivi anche libri! Veramente molto interessante. Bacioni, Ann & Denis xxx
grazie 1000 Ann per l’incoraggiamento. Un bacione anche a voi!!!
[…] Valorizzare i luoghi segreti a due passi da Roma Luigi PlosLuigi Plos: Efficienza Energetica e Ambie… su Luoghi segreti a due passi da Roma (sette) La cascata dell’Inferno […]