
S. Angelo in Arcese.
La nostra meta è una modesta collina nei pressi di Tivoli a circa venti chilometri dal GRA.
Salendovi, si godono panorami strepitosi su entrambi i versanti: prima verso Tivoli, a volo d’uccello sulla cittadina con il “lago” formato dall’Aniene e i binari della ferrovia che si intrecciano.
Poi sul versante opposto, sempre a volo d’uccello, sulla piana sottostante, nella quale spiccano gli immensi resti di Villa Adriana e, apparentemente non distante, l’orrido santuario di Nostra Signora di Fatima.
Questo panorama è uno dei più grandiosi dei dintorni di Roma, con le nuvole di cartone che vanno a incastrarsi come pezzi di un puzzle.

Ma, come abbiamo imparato ad apprezzare nei tanti post di questo blog (oltre che nelle tre guide ai luoghi segreti a due passi da Roma), che parlano di codesto territorio, tanto orrido è il santuario, tanto straordinaria è l’area che lo circonda.
Il santuario si trova infatti a poca distanza dalle forre che cingono il borgo fortificato di S. Vittorino (e qui siamo addirittura all’interno del comune di Roma!) e che, insieme alle altre forre che tagliano la zona, ci permettono di immergerci in un mondo di antiche mole, cascate, acquedotti romani, laghetti dove nuotare.
Inoltre il gran numero di forre presenti nella zona ha provocato due effetti collaterali.
Uno piacevole: la scarsità di insediamenti abitativi.
E uno straordinario: la presenza delle gigantesche arcate degli acquedotti romani.
Insomma, cominciamo a salire verso la cima di S. Angelo in Arcese,
avendo intorno gli uliveti, che sembrano impilati a fasciare i versanti delle colline circostanti, i quali si alternano alle vallette ricoperte da boschi rigogliosi e alle radure panoramiche.
Le rare tracce di sentiero si perdono nella folta vegetazione, cresciuta con le copiose (e benvenute) piogge dell’inverno 2017/2018.
Concludo, informando i lettori che si può compiere una stupenda traversata:
da S. Angelo in Arcese
parte infatti una traccia (ma proprio una traccia) di sentiero, che discende il versante opposto del colle e termina al maestoso ponte degli Arci.
