
Risparmio energetico ed effetto rebound.
Dopo tanti post sappiamo perfettamente che effettuare operazioni di risparmio energetico rende le attività più economiche, e permette la riduzione di fonti energetiche meno efficienti/più inquinanti, precedentemente utilizzate.
Tuttavia, come succede da almeno tre secoli (più o meno dalla scoperta della forza motrice del vapore), costando meno la fonte utilizzata, si tende a consumare più energia.
Si tratta dell’effetto rebound (rimbalzo).Un effetto conosciuto in tanti ambiti, come in quello farmacologico.
Un esempio viene dal mondo della telefonia: il costo delle telefonate è diminuito, ma i consumi telefonici (cellulare, internet ecc.) è aumentato.
Bisogna precisare che il maggior consumo, permesso appunto dalle politiche di risparmio energetico, se indirizzato a una maggiore produttività, permette l’aumento della produzione di beni e servizi e di conseguenza un maggior benessere per la collettività.
D’altra parte è un fatto acclarato che la maggior parte degli esseri umani, messi davanti a una risorsa diventata abbondante, tendono ad approfittarne; e quindi è cosa molto meno sensata se la maggiore disponibilità di liquidità, ottenuta da attività di efficientamento energetico, viene utilizzata per aumentare semplicemente i consumi, magari implementando, per esempio, più pompe di calore di quelle necessarie. Con l’atteggiamento tipico della società consumistica.
La Esco con la quale collaboro è cosciente del rischio che i partner-clienti, visto il risparmio che ottengono, possano cambiare le loro abitudini, aumentando i consumi anche se non ce n’è bisogno, ovvero che si verifichi l’effetto rebound, come indicato nel grafico in alto a sinistra.
Naturalmente il contratto che le ESCo stipulano con il cliente impedisce queste dinamiche; tanto più che con il monitoraggio si riceve una notifica immediata, qualora vengano per esempio installati punti luce in più, o si estenda l’orario di accensione dei medesimi rispetto a quanto contrattualizzato.
Tornando all’effetto rebound, va da sé che un tassello fondamentale per le politiche di efficienza energetica è la consapevolezza.
La consapevolezza che la qualità della vita non dipende solo dal numero aggiuntivo di pompe di calore installate.
E che risparmio energetico ed effetto rebound non devono per forza inseguirsi.
luigi plos