
In Italia non ci sono state liberalizzazioni ma privatizzazioni, un furto legalizzato alle spalle dei cittadini contribuenti e consumatori.
Ci fanno pensare che, se lo Stato spreca nella erogazione del servizio, l’attenta gestione di un’impresa che eroga lo stesso servizio o anche solo una parte di esso, sia un incentivo a migliorare il risultato.
Invece tutte le privatizzazioni finora effettuate sono state in primo luogo una dismissione delle ricche proprietà dello Stato, “regalate” agli amici, con una lenta e progressiva diminuzione della qualità del servizi e con una doppia imposizione in termini di costi “liberalizzati” di fruizione e di aumento di imposte, tasse e contributi a tutti i livelli: Stato, Regione, Provincia, Comune, ecc.
La libera concorrenza capace di mitigare i prezzi è stata, dunque, solo un’illusione.
E il libero mercato non esiste se non nella percezione teorica degli economisti, mentre è solo una scusa per creare monopoli nascosti oppure oligopoli, questi ultimi favoriti in particolare da Consip a danno delle tante piccole PMI.
Il mondo della distribuzione dell’energia, che si tratti di gas, energia elettrica o petrolio non si differenzia dal resto.
Ognuna delle società distributrici cerca di sfruttare al massimo gli spazi di commercializzazione esistenti per trarre, nell’ambito compiacente del capitalismo di sottrazione, il proprio maggior profitto senza rispetto alcuno del proprio utente.
Ah! La politica per tutelare i consumatori ha creato “il garante”!
Si! certo! Un “garante” come sono “garanti” Banca d’Italia e Consob nei confronti dei risparmiatori, ovvero strutture che drenano denaro dalla collettività, per mantenere le proprie pletoriche strutture a fronte di nessun servizio, se non quello di non danneggiare gli oligopolisti dell’energia e, nel caso di Consob e Banca d’Italia per aiutare esplicitamente i finanzieri e i banchieri e non i risparmiatori.
Insomma, non stiamo più zitti, per favore, quando qualcuno ancora parla del vantaggio di privatizzare!
