Per decenni, ogni volta che provenivo dalle montagne abruzzesi, rimanevo affascinato dalla visione dei laghi che occupano le gigantesche cavità che appaiono per pochi secondi a destra del guardrail dell’autostrada Roma – L’Aquila, subito prima del GRA.
Mi ero sempre scervellato sul come arrivarci.
Infatti, mentre è semplice raggiungere uno di questi laghi, il Pesca Club Salone dietro il Decathlon di via di Salone, sembrava impossibile accedere al lago più grande, salvo farsi, teoricamente, lasciare sull’autostrada e scavalcare rapidamente/ripidamente il guardrail, evitando di venire arrotati dalle macchine in arrivo.
Un dì di circa vent’anni fa ruppi gli indugi e, dopo aver percorso tracce di sentiero all’interno di un bosco in una proprietà privata e azzeccato un paio di bivi, uscii dalla penombra della vegetazione e mi trovai in piena luce di fronte al lago.
Mi trovai sovrastato da pareti di rocci, alte decine di metri, che si riflettevano in un lago.
Ad altezze irraggiungibili si stagliavano enormi antri scavati nel tufo, e poi archi e finestre apparentemente incisi nel nulla.
Poi arrivò l’amico Mario Germani, che ci permise di accedervi tramite il casale di Sant’Eusebio.
E a questo proposito vi invito a entrare nella comunità (Casale Sant’Eusebio” su Facebook), che apprezza e promuove questo luogo fuori dal tempo pur stando a Roma.
Un luogo in cui Mario profonde tempo ed energie per farne conoscere la sua preziosità.
Le cave di Salone, dalle quali i romani estraevano il tufo che veniva trasportato su zattere lungo il vicino Aniene e poi lungo il Tevere, e che arrivava a Roma per renderla eterna, sono oggi circondate dall’autostrada, dai centri commerciali e dalle costruzioni abusive.
Ah!
La cave di Salone sono probabilmente il luogo segreto più visibile (addirittura da un’autostrada) dei circa centocinquanta di questo blog e al tempo stesso uno dei più inaccessibili, salvo piccole porzioni come questa.
Foto di copertina di Ilaria Falconi.