E pure qui c’è lo zampone di Luigi Perini, Lucumone Massimo di Castelnuovo di Porto.
Come narrato nelle guide precedenti, avevo paragonato Luigi al cavaliere Galgano del romanzo “I sotterranei del cielo“.
Galgano vaga senza requie nella contea di Chiusdino vicino Siena, spada alla mano, a difendere deboli e oppressi, prima di infilare quella spada nella roccia che ammiriamo presso l’abbazia che porta il suo nome.
Infatti, come Galgano il quale, spadamunito, non valica i confini della sua contea, allo stesso modo Luigi, roncolamunito, percorre la sua “contea” in lungo e in largo senza svalicare, intento a riportare alla luce millenarie testimonianze storiche e archeologiche.
Eppure … Luigi, un dì di settembre del 2020, uscì dal territorio di Castelnuovo di Porto e si spinse addirittura fino ai confinanti comuni di Roma e di Riano!
Per dirla tutta, questo sito si trova a due passi (2) dal Grottino, la trattoria gestita dai suoi zii; ed egli stesso, nel 1986, serviva il pranzo a un certo Sean Connery, allorché poco lontano giravano “Il Nome della Rosa”.
Detto questo, ecco come andò.
Luigi, qualche giorno dopo questa sua ultima scoperta, ci prende e ci trascina lungo un ripido sentiero che rimonta una collina nei pressi della Via Tiberina, poco dopo il cimitero di Prima Porta.
All’improvviso, seminascosta da una pineta, ci appare una torre d’osservazione risalente a circa sette secoli fa, detta Torre di Procoio Vecchio.
Rimaniamo stupefatti sia dalla sua imponenza, pur se parzialmente crollata, sia, soprattutto, dal panorama.
Facendoci tutti i trecentosessanta gradi a disposizione, ci troviamo davanti agli occhi nell’ordine:
le rigogliose e ondulate colline del Parco di Veio,
l’immensa Val Tiberina con i tanti paesi che emergono dalla bruma del Tevere
il sinuoso corso del Tevere con i suoi celebri meandri
proprio sotto di noi, alcuni laghetti artificiali per le attività sportive
la linea ferroviaria ad alta velocità e l’A1
i quartieri di Roma Nord
finché il nostro sguardo si posa sulla cupola di S. Pietro e sulla collina di Monte Mario.
Direi una torre d’avvistamento perfetta, in probabile collegamento visivo diretto con Roma e, di certo, in collegamento con la Torre di Procoio Nuovo, sulla collina prospiciente, che abbiamo appena visto.