L’energia è un centro di costo piccolo (in media 2% delle spese di una PA). D’altra parte è altamente comprimibile.

Se rinunciamo a comprimerlo, ci dovrà essere un maggior “risparmio” sul personale, sui servizi sociali ecc. ecc.

Tu pubblico amministratore dirai:” Vabbè! Anche se riuscissi a far risparmiare energia, mi costringerebbero ad ogni modo a “risparmiare” anche su tutte altre le voci di spesa“.

Ma non possiamo comunque noi pubblici amministratori – mi metto infatti anch’io idealmente fra costoro – cominciare ad abbattere i costi per l’energia?

Cosa c’è infatti di meglio per i comuni e per le pubbliche amministrazioni in genere, che fare investimenti in efficienza energetica, che rientrano in pochi anni, e che portano quindi guadagni per i (molti) rimanenti anni di durata dell’investimento?

A questo punto tu pubblico amministratore giustamente replichi ancora:”OK. Sono d’accordo. Ma dove trovo i soldi per investire in efficienza energetica?“.

Domanda pertinente.

Se fossimo una nazione con un minimo di buon senso, produrremmo (stamperemmo) il denaro da noi, come fanno del resto praticamente tutti gli stati del mondo ad eccezione dei 18 dell’area euro, anziché importarlo a caro prezzo (immagine a lato) da una banca privata estera, e investiremmo in maniera strutturale nel risparmio energetico, con tanti vantaggi che ripagherebbero ampiamente la spesa iniziale, come:

pubblica amministrazione ed energy saving company
pubblica amministrazione ed energy saving company
  • maggior lavoro creato, quasi sempre qualificato
  • conseguenti maggiori tasse versate, e maggior vitalità dell’economia
  • attivazione di un percorso virtuoso verso l’autonomia energetica
  • contrasto al cambiamento climatico

Visto che però, ahinoi, i vincoli imposti dall’euro non ci permettono di fare investimenti, soprattutto se sensati, un grosso aiuto può venire dalla partnership con una Energy Saving Company (d’ora in poi detta E.S.Co.).

Le E.S.Co. sono aziende specializzate nel risparmio energetico le quali, a valle di un’analisi tecnico-economica per valutare la fattibilità del progetto, effettuano direttamente presso la struttura del cliente interventi finalizzati a migliorare l’efficienza energetica, assumendo su di sé il rischio dell’iniziativa e liberando il cliente finale da ogni onere organizzativo e di investimento.

La loro remunerazione è una percentuale, contrattualizzata, del risparmio energetico che fanno ottenere al cliente per un definito numero di anni.

Ma…è un modo fantastico per fare risparmio energetico!”, dirai a questo punto tu Pubblico Amministratore! “Se ho ben capito, nel mio comune mi vengono quindi installati dalla E.S.Co., individuata come partner, sistemi di efficientamento energetico come i LED, le Pompe di Calore e altri sistemi che riqualificano, nell’ottica del risparmio energetico e del confort, gli immobili pubblici che mi trovo ad amministrare. Senza che io debba investirci direttamente. Mentre devo solo remunerare il fornitore con una parte del risparmio che mi fa ottenere“.

Già! Peccato che per attivare proficue partnership fra Pubblica Amministrazione ed Energy Saving Company, sia necessario risolvere tre problemi:

1.Le E.S.Co. devono essere incentivate a investire nella P.A., dando loro garanzia di pagamenti contrattualizzati certi a fronte di servizi di risparmio certi. Altrimenti mettendo vincoli, basse remunerazioni e rischi solo a carico di queste, come succede spesso ora, i bandi vanno deserti o magari assegnati ad E.S.Co. non in grado di onorarli, lasciando prima o poi senza servizio il Cliente.

Pubblica Amministrazione ed Energy Saving Company
Pubblica Amministrazione ed Energy Saving Company

2. Alcuni bandi Consip riguardanti per esempio l’illuminazione pubblica, sono stati spudoratamente stilati a favore di alcune (le poche “referenziate” e dentro il sistema) E.S.Co., che si tengono il 90% dei risparmi per 9 anni. Questo vuol dire che i comuni costretti a sottoscrivere questi contratti per mancanza di liquidità, possono tenersi i risparmi generati dai LED solo dal decimo anno in poi, ovvero quando i LED installati sono ormai a fine vita! Mentre se li potessero acquistare direttamente, ammortizzerebbero l’investimento al massimo in 3 anni, e potrebbero cominciare quindi a risparmiare/guadagnare già dal quarto anno!

3. Bisogna evitare, in generale, che la modalità E.S.Co. diventi terreno di caccia per i soliti noti. In particolare per le “multiutility” partecipate. Le quali, se lasciate fare, inglobano anche il contratto E.S.Co all’interno dei loro contratti “secolari” di Facility Management/Fornitura Energia con le P.A., ovviamente scritto a loro esclusivo vantaggio, e quindi a svantaggio della collettività. (Un pò come i contratti sui derivati, scritti unicamente a favore delle banche e a danno delle “ingenue” P.A. che li hanno sottoscritti).

Concludendo, è fondamentale che gli interessi delle E.S.Co. e della Pubblica Amministrazione siano bilanciati e non antagonisti. Ovvero che si faccia una vera partnership fra Pubblica Amministrazione ed Energy Saving Company

e soprattutto che la politica sia coerente fra il dire (per esempio promesse di rinnovabili oltre il 50%, quando poi operano in modo da ridurre l’energia da rinnovalili) e il fare.

Pubblica Amministrazione ed Energy Saving Company
Pubblica Amministrazione ed Energy Saving Company

 

 

 

 

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