(Terzo itinerario inedito, che sarà descritto con ulteriori particolari nell’ultima guida).
Un altro sito archeologico dentro il comune di Roma, sconosciuto e senza indicazioni e sentieri per giungervi.
Ottobre 2020.
Alcuni amici/cacciatori di luoghi segreti/sentinelle del territorio (Francesco Lucumone Massimo di Formello, Salvo, Sonia, Marco, Luigi Lucumone Massimo di C. vo di Porto) mi comunicano di aver ripulito il sito archeologico di Porta Capena: la porta dell’antica Veio (più o meno VII secolo A.C.) dalla quale passavano i commerci e le comunicazioni in direzione degli alleati Capenati.
E allora visitarla è d’obbligo.
Esco da casa – Ottavia – alle 14.00 di un pomeriggio da Cime Tempestose e parcheggio alle 14.21 presso la Mola di Isola Farnese.
Non mi sono fatto dare le coordinate.
So comunque in che direzione andare e, lesto, mi avventuro sull’immenso altopiano di Veio con la sua isolata quercia magica.
Giunto sul punto più alto, passo in rassegna i luoghi segreti di cui avete letto nel tempo e che state per rileggete in questa guida, disposti a raggiera intorno a me: i Bagni della Regina, il Ponte Sodo, le Gallerie Etrusche …
Al termine dell’altopiano comincia la ricerca del luogo in oggetto.
Intanto comincia a piovere.
Imbocco una traccia nel fitto bosco e, all’improvviso, mi trovo al cospetto della strada romana, sul tracciato di quella etrusca, che entrava a Veio da Porta Capena.
Sembra che gli amici, oltre a ripulirla, ci abbiamo anche passato la cera: il basolato risplende pur nell’oscurità della vegetazione e delle nubi incombenti.
Accanto alla strada la serie di nicchie (sepolcrali) scavate nella roccia aumenta il fascino di questo sito archeologico non indicato da alcun cartello, negletto e nascosto come pochi altri e all’interno del comune di Roma.
Scendo per poche decine di metri verso sinistra ed ecco il colombario di epoca romana, detto ”Spezieria” dai viaggiatori del Gran Tour per la somiglianza con l’armadio di una farmacia.
Il sito è straordinario. Dopo tanti anni ancora riesco a sorprendermi.