In copertina: una delle cascate del Rio Scuro a Cineto Romano.
Maaa come scegliamo le mete delle nostre escursioni?
“Sembra facile fare un buon caffè!”
Esclamava l’omino con i baffi della moka Bialetti, durante l’amato Carosello che noi, più grandicelli, rammentiamo con languore.
Ebbene; sembra facile organizzare un’escursione.
Ma così non è.

Ogni escursione viene programmata in un momento preciso dell’anno, e spesso della giornata, secondo una serie di parametri, che vanno messi a fattor comune.
1.La stagione della caccia, fra ottobre e gennaio. E non è semplice venire a conoscenza dei calendari venatori dei singoli territori, per evitare incontri molesti.
2.Le piogge nel periodo precedente l’escursione. Che vanno monitorate per vari motivi: per godere al meglio delle cascate non perenni (quest’estate niente cascate, sob, tipo quelle sotto), per capire quanto fango si incontra e quanto può essere alta l’acqua dei guadi. Un itinerario con cascate di solito asciutte, diventa stupefacente se nei giorni precedenti ha piovuto molto e diventa altrettanto pericoloso per possibili smottamenti.
3. Il parcheggio. Specie per noi che andiamo fuori sentiero, capita che sia più difficile parcheggiare che non a Roma City. Strette strade interpoderali richiedono vero pensiero creativo per sistemare le auto.

4. I trasfer. Se facciamo traversate, la logistica impone il trasferire alcune auto da prendere al termine del percorso, per recuperare quelle lasciate all’inizio. E’ un altro fattore di complicazione, ma che dà un tocco in più. Si possono fare traversate, appunto, senza dover tornare indietro.
5. L’esposizione al sole (dove questa è maggiore ci andiamo in inverno e viceversa).
6. Verificare la quantità di fango e acqua, specie quando percorriamo le gallerie etrusche.
6. Verificare i siti con tafani e zecche, per cercare di evitarli nei mesi estivi.
8.La luce migliore per le foto. Personalmente programmo quasi tutte le escursioni, per fare in modo di giungere nei punti più “fotografici” nella stagione e nell’ora più adatta per scattare le foto migliori.

9. Fare in modo, in autunno, di arrivare in montagna con il colore migliore delle foglie. E seguire (anche) l’evolversi del foliage non è semplice, visto che, nel suo massimo, dura pochi giorni e che varia di anno in anno, e di zona in zona. Chissà autunno 2022 come e quanto il foliage sarà attivo … con la siccità.
10. E poi tutto il resto: spiegare prima quali difficoltà incontreremo, organizzare eventuali passaggi in auto ecc.
Diciamo che, dopo che i partecipanti sono arrivati, consci di quello che li aspetta e dopo che abbiamo parcheggiato (eheheh!), ci tranquillizziamo e partiamo entusiasti e, negli ambienti non addomesticati che andiamo ad approcciare, perdiamo le nostre maschere, ritroviamo le nostre identità e torniamo bambini.
