
Tu che segui questo blog e magari il gruppo Facebook “luoghi segreti a due passi da Roma, hai probabilmente letto della genesi di come nacque il progetto “Luoghi Segreti…”.
Un giorno di diciassette anni fa, preso da un sordido raptus, parcheggiai al termine di una strada campestre nel Parco di Veio, tra Formello e Campagnano.
Scesi lungo una traccia nel bosco, che digradava ripida e sdrucciolevole, e in pochi minuti mi trovai nella selvaggia forra del Crèmera.
Risalii il fiume verso monte, in un magico mondo di rapide e cascatelle.
Sopra di me il cielo era chiuso da una copertura arborea totale e ai lati incombevano ripide pareti.
Giunsi in un punto dove le pareti della forra quasi si toccavano ed erano del tutto ricoperte di muschio, una sorta di galleria vegetale.
Dopo poche centinaia di metri la gola si interrompeva bruscamente con una cascata, che si incuneava fra le rocce.
Quello fu l’inizio della scoperta di ventine di luoghi segreti lungo un periodo di sedici anni, finché un anno fa, circa, …
…prima di scoprire cosa successe un anno fa, rifletto su questa modalità di esplorazione.
Cosa avvenne quel giorno nella forra del Crèmera?

Avvenne che la mia mente si aprì a nuove prospettive.
Sentii, improvvisa, un’intuizione.
Il bisogno di esprimere in modo diverso la mia creatività, di cessare di percorrere i sentieri conosciuti, per esempio quelli di “A piedi nel Lazio”, sui quali mi ero sempre mosso e di uscire dai consueti schemi escursionistici.
Nel momento in cui raggiunsi il fondo della gola, dopo aver lasciato la macchina lungo la strada nella parte alta della forra, abbandonai le certezze e andai verso l’ignoto.
Non c’erano infatti sentieri di sorta.
C’erano invece rovi, fango e sassi scivolosi e il tutto mi era ignoto.
Di certo mi aiutò il fatto di avere un atteggiamento paritario, se pur rispettoso, nei confronti della natura.
Quel giorno iniziò un modo differente di esplorare e la scoperta divenne anche una ricerca continua dentro la mia mente.
Oltretutto sempre utilizzando il minimo di tecnnologia, per aumentare il tasso di avventura…

… finché un anno fa, circa, successe una cosa particolare.
In seguito al successo delle guide che avevo scritto, all’omonimo gruppo FB (che veleggia oggi verso i 15.000 iscritti) e alle videopresentazioni che tenevo/tengo periodicamente, questo desiderio di avventura/creatività (che per inciso avevo avuto fin da piccolo e si era strutturato, appunto, diciassette anni fa) aveva contagiato tante persone.
Presero a contattarmi in particolare due categorie di escursionisti:
- quelli che che mi dicevano che, seguendo un mio itinerario, avevano scoperto un altro luogo sconosciuto nei dintorni, di cui io stesso ignoravo l’esistenza
- tanti residenti dei paesi intorno a Roma, che cominciavano a vedere in modo diverso il loro territorio (diceva Proust: “L’unico vero viaggio verso la scoperta non consiste nella ricerca di nuovi paesaggi, ma nell’avere nuovi occhi”) e così, sempre sull’onda delle guide ecc., lo perlustravano, spesso in modo compulsivo e maniacale, andando a scoprire una messe di luoghi straordinari e ignoti.
Ora son qui a dividere in quadranti il nostro territorio con i suoi esploratori, che non si fanno fermare da fango, rovi, guadi bagnati.
Roma Nord: Francesco il formellese, Mauro, Diego, Lorenzo, Luigi, Fulvia, Paola, Francesco il rignanese, Nicola, Maurizio, Giancarlo ecc.
Roma Est: Giancarlo, Roberto ecc.
Roma Sud: Ale Khrisna, Milko, Pierluigi, Matteo ecc.
Roma Ovest: Marinella, Orazio, Pierpaolo, Roberto, ecc.

E poi ci sono quelli che non hanno una zona d’elezione, ma che si muovono in modo minuzioso su tutto il territorio intorno a Roma.
Il capofila di questi è Stefano che, come un trequartista alla Iniesta, svaria su tutte le fasce: da est a ovest, da nord a sud e tira regolarmente fuori dal cilindro luoghi immaginifici, che rende eterni con la sua perizia di fotografo.
Tutti costoro hanno questo in comune: leggono e interpretano con intelligenza i segni del territorio, lo presidiano e imparano (e insegnano) a preservarlo.
Sono vere “sentinelle” del territorio, attente ai segni di degrado, e rappresentano un modo nuovo o, meglio, un modo antico di vedere le cose.

Questo bisogno, dal basso, di scoperta e rivalutazione di un territorio unico al amondo, si è declinato in particolare con “Gli ambasciatori del Territorio“, una sorta di movimento di popolo, che, partito da Rignano Flaminio, coinvolge ormai quindici e passa comuni a nord di Roma.
Conclusione?
Che Luigi Plos non riesce più a scoprire alcun luogo segreto, sia per mancanza di tempo che per il fatto che viene regolarmente sostituito in quest’attività.
Luigi ha dunque preso atto della situazione e ha in pratica dato in outsourcing il ramo “segreti a due passi da Roma” della sua attività (eheheh!).
Ammetto che dopo un anno comincia a mancarmi la dimensione “avventura”.
Ma me ne faccio una ragione.
Di lavoro per divulgare la bellezza e la fragilità della nostra regione, e dell’Italia in genere, ce n’è in abbondanza, fra videopresentazioni e collaborazioni con scuole, magazines, radio e, presto, con la TV.
E un giorno tornerò in prima persona in cerca di luoghi segreti.
Intanto ringrazio di cuore tutte le “sentinelle” che contribuiscono a questo mirabile progetto!

Foto di copertina: Cave romane di Riano. Foto di Stefano de Francesco