
Dopo le tre guide e, in particolare, dopo le discussioni sull’omonimo gruppo Facebook, che ha ormai superato i 14.000 iscritti, molti mi hanno chiesto: “Ma cosa c’entrano, Luigi, i molteplici cenni che fai alla politica, alla macroeconomia e, in genere, ai problemi causati dalla globalizzazione ecc. con i luoghi segreti? Non rischi di infastidire i lettori del blog e del gruppo e, soprattutto, gli acquirenti delle tue guide e i partecipanti alle tue escursioni?“.
Sapete, è più forte di me.
Ho sempre avuto passione per la politica (e poi il saggio afferma che, se tu non ti interessi di politica, la politica si interesserà di te).
E la politica italiana (per tacere di quella di Bruxelles), in particolare dal 1992, ammetto che si è interessata a noi. Ma raramente per il nostro bene (pur essendo da noi ben retribuita); quasi sempre, invece, per imporre in modo pedissequo il modello di sviluppo neoliberista, che non ha peraltro saputo governare.

Un modello volto a omologare noi tutti, così da rendere agevole alle aziende multinazionali vendere grandi quantità di beni indifferenziati a masse indifferenziate di consumatori. Un modello che ha quasi distrutto le specificità italiane.
“E che c’entra tutto questo con il tuo modo di fare escursionismo?”
Ci arrivo!
Durante gli anni trascorsi a scoprire, e far conoscere, l’immenso e sottovalutato patrimonio storico e naturalistico intorno a Roma, ho nitidamente visto come questo modo di fare escursionismo e la politica fossero intrecciati.
Appena fuori Roma c’è una mirabile fusione di opere dell’uomo e della natura che vanno a comporre il paesaggio, soprattutto agrario, che fin dal tempo degli etruschi fu non solo utilità ma anche bellezza.

Un paesaggio dove per lunghissimo tempo le attività produttive sono state sostenibili, vi sono state salvaguardate le risorse e la diversità biologica ed è stata creata la miscellanea unica e famosa nel mondo, che risponde al nome di Made In Italy.
Come accennato, stiamo perdendo tutto questo.
Ecco, dunque, l’esigenza di una battaglia culturale a favore di una nazione unica al mondo, frutto del genio di cento e passa generazioni, che hanno creato nel tempo una sequenza di opere d’arte e artigianali che non ha eguali che iniziò con i greci e gli etruschi.
Il loro sapere e la loro creatività passarono ai romani, che vi innestarono il loro senso pratico.
Alla fine dell’impero questo sapere entrò nei monasteri, che tennero viva la fiammella della cultura.
E poi divenne l’humus per il fervido periodo dei comuni, allorché, fino al Rinascimento, l’Italia fu il paese più ricco e geniale della Terra.
Oggi stiamo perdendo queste competenze millenarie, stiamo disgregando le relative filiere e maestranze e stiamo arrivando a un punto tale che, quando si romperà l’infernale meccanismo messo in piedi in nome dell’euro e della UE, sarà forse tardi perché le nostre aziende si possano riprendere.
E, poiché la politica è comprensione e governo degli eventi a vantaggio della collettività e non di pochi, è per far comprendere l’unicità e la ricchezza del paesaggio italiano e nello specifico di quello intorno a Roma, che desidero contribuire con il progetto dei “luoghi segreti”.

Nello specifico spero che i miei connazionali ricomincino ad apprezzare e tutelare il paesaggio più celebre al mondo, mirabile sintesi di millenni di opera dell’uomo, che ha plasmato in modo sostenibile una natura già di per sé magnifica e che comprenderanno come solo la conoscenza del nostro territorio e della nostra storia potranno, forse, tenere in piedi l’Italia, dal momento che il nostro passato è il carburante del nostro futuro.
Ad ogni modo non sono da solo in questa battaglia.

Insieme a sporadiche lamentele sul fatto che mescolassi escursionismo e politica (lamentele giunte, curiosamente, da parte di chi non si era mai appalesato in precedenza sul blog o sul gruppo Facebook per portare contributi di sorta), è arrivato un cospicuo numero di gratificazioni dai tanti che apprezzano questo lavoro, che condividono con entusiasmo questa attività di scoperta e valorizzazione e che vogliono che il nostro paesaggio sia tramandato con la sua ricchezza ai nostri discendenti.
A proposito di luoghi segreti e politica, sapete, piuttosto, chi fa veramente politica in modo “alto”?
Mia figlia e io due estati fa, nel corso di un’esaltante escursione con partenza da Quattropani, fra i monti di Lipari e avente come meta Lipari paese, giungemmo, dopo un estenuante saliscendi, alle terme di S. Calogero, le più antiche del Mediterraneo (e probabilmente del mondo), perla dell’archeologia, di grande suggestione, con le vasche termali di epoca micenea ancora attive.
Nonostante ciò, questo sito unico è negletto dai turisti, che raramente alzano il c..o dalle spiagge poco distanti e si recano a visitarlo.
Ebbene, giunti davanti alle terme, vedemmo un vecchino in piedi accanto alla sua vecchia Uno FIAT.
Sul cofano della macchina aveva disposto alcune file di pietre vulcaniche di diversa grandezza e di vecchie guide turistiche di Lipari e delle terme, che vendeva per pochi spiccioli.
La moglie, seduta sul sedile del passeggero, la portiera aperta, era lesta a rifocillare e dissetare il marito, che, nella calura estiva, attendeva gli eventuali, scarsi, acquirenti.
Ma non stavano lì per raggranellare qualche euro.
Sarebbe stato da sciocchi rimanere ore e ore al caldo per pochi spiccioli. Avevano probabilmente la loro pensione e, immagino, un pezzetto di terra da coltivare.

Stavano lì per altro.
Stavano lì per diffondere conoscenza.
Il vecchino era il custode delle terme in pensione e, non appena notata la nostra attenzione nei confronti dell’impianto termale, ci prese sotto il braccio e ci fece fare un giro turistico di ciò che era possibile vedere, narrando, per la millemillesima volta, senza stancarsi, la litania che sciorinava quando lavorava, quasi commosso dal nostro interesse.
Acquistata, alfine, una vecchia guida delle Eolie (messa insieme alle tante in mio possesso inerenti le isole) e congedatici dai due nostri nuovi amici, mia figlia e io continuammo il nostro cammino verso Lipari paese, più consapevoli della ricchezza e dell’unicità della nostra nazione.

Ecco dunque chi, veramente, fa politica:
sono due anziani, consci del patrimonio plurimillenario di storia, archeologia, cultura, che gli italiani (e in particolare i siciliani) hanno, del quale non vogliono essere gli ultimi epigoni e che sentono, perciò, l’esigenza di trasmetterlo a chi viene dopo di loro.
Un anno prima, in un’altra escursione liparese, avevo risalito la teoria di scale che dal porto di Lipari mi avevano rapidamente portato in quota, ero transitato sempre per le terme di S. Calogero (dove però, complice forse l’ora mattutina, non mi ero imbattuto nell’ex custode), avevo lambito le vertiginose scogliere occidentali di Lipari e avevo rimontato il dislivello per Quattropani per una variante spettacolare, ovvero la ripida salita attraverso un paesaggio sfolgorante, degno dei più scenografici western, che immette nelle cave di caolino.
Giunto alle oniriche, vermiglie cave di caolino, mi apparve una vecchina seduta su una sorta di sgabello davanti a un tavolo di legno, sul quale aveva disposto piccole pietre di ossidiana e di caolino (queste ultime avrei potuto io stesso coglierle da terra) e che, come l’ex custode delle terme, vendeva per pochi spicci ai rari escursionisti.
Un’altra delle sempre più rare immagini di una nazione che è in realtà un continente, con la sua molteplice ricchezza culturale, e che rischia, ribadisco, di essere spazzata via per sempre.
Spero dunque che il progetto Luoghi segreti… ,con le tre guide ai luoghi segreti a due passi da Roma, potrà fattivamente contribuire alla riscoperta di valori differenti da quelli che ci sono stati imposti negli ultimi trent’anni.
Foto di copertina: fra le cave di caolino di Lipari.
