
Questo è il primo di quattordici post che unisce luoghi segreti e marketing.
Ha lo scopo di fornire suggerimenti per sviluppare il turismo in particolare nel Lazio.
Dacché l’Italia era al primo posto nel turismo mondiale negli anni ’70, oggi bascula intorno all‘ottavo posto.
Eppure è forse diminuito il suo charme rispetto, che so, alla Germania o al Giappone, che ci precedono in classifica?
Sono forse scomparse nel nulla bellezze culturali e paesaggistiche?

Beh! In parte si, ahinoi: un pezzo del nostro paesaggio è stato distrutto, edificato, scarnificato, privatizzato.
D’altra parte quello che resta è ancora sufficiente a renderci potenzialmente il paese più appetibile al mondo per i turisti.
Basti pensare alla consueta solfa che siamo primi al mondo per numero di siti UNESCO.
E, a proposito di numeri, eccone una sequenza, che illustra il perché siamo la nazione, e nello specifico il Lazio e la Sicilia, con il più alto potenziale turistico.
Durata di alcune civiltà – per quanto ci è dato sapere.
- Lazio (Sicilia): 3.000 anni e civiltà sempre diverse l’una dall’altra
- Egitto: 3.000 anni
- Cina: 3.000 anni
- Sumeri: 2.000 anni estintasi per cambiamenti climatici
- Civiltà della valle dell’Indo: 2.000 anni estintasi per cambiamenti climatici
- Antica Roma: 1.200 anni (mai un impero – 500 anni – così potente e così duraturo
- Babilonesi: 1.000 anni e con la città più popolosa dell’antichità)
- Maya: 900 anni estintasi per cambiamenti climatici
- Aztechi: 500 anni
- Inca: 400 anni
- Khmer: 400 anni estintasi per cambiamenti climatici
- Grecia: 200 anni
- Impero britannico 200 anni il più vasto di tutti i tempi
- Impero americano: 73 anni

Ovvero in particolare in Lazio e in Sicilia (e, del resto, in tutte le regioni italiane) per tremila anni si sono susseguite civiltà diverse l’una dall’altra e sempre progredite: etruschi, falisci, romani, bizantini ecc. nel Lazio; fenici, greci, romani, arabi, normanni ecc. in Sicilia e così via.
La Spagna, in questo elenco, non c’è. E che c’entra, Luigi?
C’entra! Perché l’Italia, ormai più o meno all’ottavo posto nel ranking mondiale, ha, dati alla mano, maggiori potenzialità turistiche rispetto alla Spagna, che è invece la prima meta turistica al mondo.
Perché non possiamo dunque tornare a essere primi nel ranking mondiale?
In un paese normale la classe dirigente si occuperebbe dei settori dove maggiore è il vantaggio competitivo rispetto agli altri paesi.
In l’Italia lo è in particolare il turismo nei suoi molteplici aspetti: cultura, mare, montagna, paesaggio.
Se avessimo avuto una classe dirigente che, invece di bruciare centinaia di miliardi di euro di incentivi in operazioni fallimentari come il salvataggio del Monte dei Paschi (senza che, chi ha incenerito decine di miliardi di euro, a Siena e dintorni, avesse un nome. In realtà un nome c’è, Mario Draghi, che nel 2007 diede inizio, con le sue scelte scellerate, alla fine del MPS, ma questo sembra non interessare a nessuno), li avesse indirizzati nella filiera del turismo, ora la nostra reputazione in campo turistico, e non solo, sarebbe molto alta, avremmo moltiplicato in modo sano i posti di lavoro, di qualità e sostenibili, nel turismo e nelle filiere collegate e potremmo, chissà, essere nuovamente primi nel ranking mondiale.

Il turismo è il nostro petrolio, e vale ben più del petrolio. Quest’ultimo è infatti una risorsa indifferenziata e in via esaurimento, il cui prezzo dipende da fattori esogeni e non dalle capacità di un popolo.
E, a differenza dei paesi produttori di petrolio, che offrono una risorsa indifferenziata, noi possiamo decidere il nostro prezzo, allorché riusciamo a far percepire ai turisti di tutto il mondo il nostro valore e la nostra unicità, che sono fra l’altro i tremila anni di civiltà sempre diverse e sempre progredite.
Detto questo, sono le emozioni che muovono gli uomini, e nello specifico i turisti.
Le emozioni hanno sempre mosso l’umanità fin dalla preistoria e l’hanno fatta progredire, nel bene e nel male.

E soprattutto l’Italia può dare emozioni uniche.
Ecco che, partendo dal numero smisurato di luoghi straordinari che rendono unico il nostro paese (settantacinque li ho descritti nelle tre guide ai luoghi segreti ), vedremo, nei prossimi post, una serie di proposte per favorire il turismo nel Lazio e che si possono declinare per le altre regioni, tutte e diciannove a loro modo uniche al mondo.
Termino, ricordando il film “new age” L’uomo dei Sogni, in cui Kevin Costner costruisce, fra difficoltà finanziarie e non, un campo da baseball nella sua piantagione di granturco, dove vengono a giocare, dall’aldilà, i campioni del passato.
Il film si chiude con la ripresa dall’alto, di notte, delle interminabili file di auto di spettatori che si dirigono verso il campo.
Kevin potrà così salvare la fattoria dal fallimento, e i visitatori provare l’emozione, unica, di veder giocare gli idoli del passato.
La foto di copertina è di Stefano de Francesco.
