
“Aiut! Luigi! Ma… cosa c’entrano Luoghi Segreti e Guerre Stellari?”
C’entrano! C’entrano!
Intanto quest’articolo è dedicato in primis a chi ha amato la saga della Fondazione e quella di Guerre Stellari.
Costoro comprenderanno appieno lo spirito che pervade questo post.
Ad ogni modo anche coloro che non hanno letto Asimov e che, magari, non hanno visto Guerre Stellari ( ma… c’è qualcuno che non conosce le imprese di Luke Skywalker?), apprezzeranno ugualmente come l’impero romano è entrato nell’immaginario collettivo di praticamente tutte le epoche e tutti i popoli.
Bene. Andiamo con ordine.
Un metro e mezzo di scaffale della mia libreria è stipato di tutti i romanzi di Asimov.
Il primo fu quello che, allorché undicenne, nel 1976, mi allungò un amico.
Era un libro piccolo ed esile. Il titolo: “Cronache della Galassia” con il disegno di una stazione spaziale in copertina e l’introduzione di Fruttero e Lucentini.

Abituato a “Viaggio al Centro della Terra” e a “Zanna Bianca”, cominciai a leggere con circospezione quello che mi sembrava un libro troppo per adulti.
Dopo poche pagine mi trovavo perdutamente perso nelle trame e negli intrighi dell’impero galattico, che stava cessando di esistere dopo dodicimila anni di dominio su venticinque milioni di pianeti abitati e su venticinque milioni di miliardi di sudditi.
Non avrei più smesso; e ancora oggi rileggo periodicamente i sette libri (più gli spin off), che compongono la saga.
Di questa saga “Cronache della Galassia” era stato il primo volume (ma non il primo nella sequenza temporale) a essere scritto da un giovane Asimov.
Solo dopo tempo compresi che Asimov si era ispirato alle vicende del morente impero romano: gli intrighi di corte, la crescita della burocrazia, la logistica che collassa per la mancanza di personale esperto, la perdita di visione e di iniziativa umana, l’immobilismo delle caste, il melting pot in particolare nell’esercito.
Tutto ciò favorisce l’arrivo dei barbari dalla periferia della galassia, che mettono a ferro e a fuoco la capitale dell’impero galattico, così come i barbari assediarono Roma nel corso della guerra greco-gotica, acquartierandosi a Campo Barbarico, la suggestiva località tuttora esistente a Roma.
Continuiamo con le analogie.
Per esempio il generale più celebre dell’impero galattico, che invano cerca ci fermarne il declino, per il quale Asimov si ispirò al generale più celebre dell’impero romano d’oriente, che invano cercò di salvare quello d’occidente.

Entrambi i generali, Bel Riose nella cosmogonia di Asimov, e Belisario nel VI secolo D.C. nel corso della suddetta guerra greco-gotica, ebbero troppo successo, diventando oggetti di invidia e vittime delle trame di corte.
Ovvero quando la realtà, la storia di Belisario, supera la fantasia.
Poi c’è l’analogia principale, la Fondazione: il pugno di scienziati che si nascondono in un piccolo pianeta, Terminus, ai margini della galassia e che, come i monaci arroccatisi sui monti dell’Appennino alla caduta dell’impero romano d’occidente, conservano la fiammella della cultura dell’impero galattico e, come i monaci medievali, il fatto di possedere un sapere ormai scomparso nella periferia della galassia, garantisce loro superiorità sui barbari pianeti vicini.

E Terminus, l’insignificante pianetino, diventa, nel corso della saga, il fulcro di un nuovo impero galattico.
Non ci ricorda, questa, la storia di un villaggio sorto sul Palatino intorno all’VIII secolo A.C.?
Un anno dopo la scoperta di Asimov e della fantascienza in genere, nel 1977, andai con il mio più caro amico a vedere un film che stava cambiando il modo di fare cinema e che per cominciare cambiò noi.
Uscimmo dal cinema dopo cinque ore (a quel tempo non si veniva “cacciati” dalla sala al termine della proiezione) e dopo la doppia visione di questo film, punto di inizio di una saga infinita.
Quel giorno a noi bambini si aprì la visione del potente e pervasivo impero galattico, dei pianeti ribelli, più o meno “barbari”, degli intrighi di corte, dei grandi generali e di quello che sarebbe divenuto il più celebre e spregiudicato mercante dell’immaginario cinematografico: Han Solo.
I mercanti, come l’iperspazio, furono idee originali di Asimov.
E un’altra idea originale fu la creazione della seconda fondazione, composta di psicologi dalle sviluppatissime capacità mentali, che tiene le redini della galassia, all’insaputa della prima fondazione sorta su Terminus.
(Salvo, per questi “super uomini” venire a sapere, con grande loro scorno, dell’esistenza di un’entità ancora più potente, in un continuo gioco di specchi).
Non ci ricordano, questi potenti mentalisti, i maestri jedi?

Avere influenzato, se pur indirettamente, la nascita della saga cinematografica con più spettatori di tutti i tempi, è solo uno dei lasciti dell’impero romano, che, come andiamo ripetendo, sta nell’immaginario collettivo di tutti i popoli e di tutte le epoche.
E i Luoghi Segreti?

Beh! Semplice. La gran parte delle centinaia di luoghi segreti intorno a Roma altro non sono che i resti delle immense e perfette filiere dei trasporti, dell’acqua e delle costruzioni (Roma Regina Viarum, Roma Regina Aquarum, Roma Caput Mundi), testimonianze della potenza di Roma.