
Mola Paradisi – Luoghi segreti a due passi da Roma (dieci)
il decimo luogo segreto a due passi da Roma
(stavolta siamo a 13 KM circa dal Grande Raccordo Anulare), dopo Grotte Franca, la cascata dell’Inferno, e il Ponte Sodo è nuovamente nel parco di Veio, stavolta all’estremo confine orientale, e precisamente sulla via Flaminia.
Lasciamo infatti la macchina sulla Flaminia stessa prima di Castelnuovo di Porto (per esempio c’è il parcheggio di un supermercato), oppure – veramente alternativo e da fichi, facciamo acquatrekking per due chilometri, partendo da dove via di Pian di Lalla incrocia il Fosso di S. Antonino.
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Fosso di Sant’Antonino. Fosso per modo di dire, data la ricchezza d’acqua eccezionale per il suo corso così breve, e a così bassa altitudine. Un fosso inoltre con sorgenti minerali sotto Castelnuovo di Porto, ora purtroppo non più potabili.
E troviamo i ruderi della prima delle tre mole, detta Paradisi: un fiume così ricco di acqua e di cascate doveva essere sfruttato a fondo.
Raramente ho visto un manufatto così integrato nella natura. Non c’è soluzione di continuità fra i ruderi e le rocce.
Da questo punto trovare la seconda e la terza mola diventa complesso.
Non ci sono più tracce. Bisogna risalire il fiume, guadandolo (al solito niente ponticelli e guadi) e attraversando prati allagati.
Siamo al leitmotiv di un gran numero di questi luoghi segreti a due passi da Roma, ovvero la difficoltà di raggiungerli a causa dello scorrimento idrico, che d’altra pare dona maggiore suggestione; anche perché arrivare in questi posti senza infangarsi significa tipicamente camminare sotto il sole cocente e con la compagnia dei tafani (ovvero in estate).
Bene, dopo una ventina di minuti di fango e di continui guadi bagnati, e superata la “Mola di Mezzo” – che per la sua bellezza merita una trattazione a parte – si arriva alla “Mola di Sopra”, ovviamente accanto a una cascata, quella di un tributario del fosso di S.Antonino. E questo manufatto è, se possibile, ancora più suggestivo di Mola Paradisi, con i resti delle mole sparse all’interno.

Sempre risalendo il fosso principale, si supera un cancello e si arriva al famosetto lago di pesca sportiva di Castelnuovo di Porto, che dimostra la ricchezza d’acqua della zona e sul quale, sulla destra idrografica, incombono i ruderi dell’insediamento medievale di Belmonte.
Ma questa è un’altra storia e altri luoghi segreti a due passi da Roma e troverete le indicazioni per giungere in questi luoghi straordinari nella prima delle guide della relativa collana.
luigi plos

Salve, sa darmi qualche informazione in più circa la Mola Paradisi?
Salve Gaia; personalmente non dispongo certamente di più informazioni di quante ne possa avere Lei.
D’altra parte scoprii Mola Paradisi grazie a una guida escursionistica che collabora(va) con il parco di Veio: Gianfranco Marchetti – di Castelnuovo di Porto – Non ho i suoi riferimenti. Penso però che se Lei contatta il parco di Veio, dovrebbero averceli. Dopodiché lo può sentire direttamente: è una persona squisita, ed essendo un locale, o dispone di informazioni di prima mano, o può indirizzarla verso chi ne dispone.
[…] Infatti nel medioevo questa zona era ricoperta di vigne fino all’insediamento di Belmonte. […]
[…] ricchezza di acque del fosso di S.Antonino avevamo visto nel post dedicato alle suggestive mole lungo il suo corso – E alla mola forse più bella del fosso di S.Antonino, la moletta di Mezzo, dedicheremo […]