
Lago di Martignano secondo itinerario.
Siamo al ventesimo post di questa rubrica.
Con l’intenzione di completare la descrizione dei luoghi segreti presso il lago di Martignano (a circa 15 KM dal Grande Raccordo Anulare).
E di renderli noti a tutti quelli che, appena posata la macchina al parcheggio, si precipitano sulla spiaggia (è proprio il caso di dirlo, vista la strada in discesa a picco che bisogna percorrere a piedi),
e si guardano bene dall’esplorare gli straordinari dintorni del lago di Martignano.
Ci eravamo lasciati nel momento in cui, dopo avere percorso parte della cinta craterica ed essere discesi fino alla riva nella parte più selvaggia del lago, avevamo ripreso quota e avevamo trovato una terza tagliata, che mette in comunicazione la parte interna della caldera con l’esterno.

Lasciando dunque il lago alle spalle e superando questa ulteriore tagliata, si esce in poco tempo dal bosco, e si giunge nel punto più alto della caldera, che domina un paesaggio straordinario: dietro abbiamo la cinta boscata del lago, davanti il brullo altopiano digradante verso Cesano, poi il promontorio di Anguillara con uno spicchio del lago di Bracciano, quindi la vista delle antenne di radio vaticana (che per fortuna hanno smesso di funzionare), ancora poco più lontano i quartieri settentrionali di Roma, e in fondo lo skyline degli Appennini.
Ma soprattutto una serie infinita di morbide ondulazioni con greggi di pecore incluse, che arrivano fino alla strada fra Cesano stazione e Cesano paese.
(Ah: portare con sé un bastone o una bacchetta telescopica. A un certo punto si incontrano dei maremmani un pò “invadenti”, ai quali è comunque sufficiente la vista di un bastone per non farli avvicinare).
E questa è solo la prima possibilità.
Se non si imbocca questa tagliata, ma si prosegue per un centinaio di metri, ecco apparire una quarta tagliata. Subito dopo questa si può prendere un sentiero che rimane in quota, non segnato, che porta al parcheggio soprastante la spiaggia principale (quella che dà verso Anguillara; quella verso la quale si precipitano i bagnanti di cui sopra).

Molto più suggestivo è invece continuare in discesa per tracce di sentiero che entrano nel fittissimo bosco. Dopo molte curve nel bosco il sentiero risale e sbuca sul desolato altopiano in un altro posto con un altro strepitoso panorama.
Da qui sembra ci voglia poco per giungere a via di Prato Corazza. In realtà è meglio non provare a scendere in linea retta tagliando per i canaloni boscati, canaloni che, una volta giunti sul fondo, si dimostrano non essere percorribili per via della fitta vegetazione.
Bisogna invece seguire le lunghe e sinuose linee di minor pendenza e arrivare finalmente, dopo una lunga e lieve discesa, a via di Prato Corazza.

luigi plos
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[…] E ancora nel tempo le mie esplorazioni, a cerchi concentrici sempre più ampi, mi portarono fino a confini del parco e oltre: verso il Parco del Treja e verso il Parco di Bracciano e Martignano. […]