
Spesso mi chiedono come io faccia a conoscere così tanti luoghi segreti vicino Roma.
Premesso che questo è un segreto (eheheh), posso senz’altro dire che nel tempo tante persone, a conoscenza di questa mia passione, mi hanno fornito preziose indicazioni su come giungere in posti stupendi e sconosciuti.
Come Massimo di Monterosi, Orazio di Nepi, Pierluigi di Rocca di Papa, Carlo di Velletri, Francesco di Formello, Alberto di Monterotondo e tanti altri.
Per esempio Massimo di Monterosi mi fece scoprire il fiume di smeraldo presso Castel Porciano (Nepi): un sito tanto splendido quanto introvabile.
Poi c’è il Dr. Andreas Schatzmann, filologo svizzero.

Che oltre alla precisione, oserei dire svizzera, con la quale mi fornisce indicazioni, dettagliate al centimetro, per giungere in alcuni luoghi segreti (le indicazioni degli indigeni sono piuttosto: “prova a passa’ dellà. Si’n trovi gnente torni’ndietro, prendi ‘st’altro stradello e vedi ‘n’bo’ s’arivi…”), vi aggiunge preziose informazioni didattiche.
Visto che è stato collaboratore di ricerca presso l’Istituto Svizzero di Roma fino al 2013.
E che attualmente è, fra le varie, responsabile di un gruppo di studi di topografia antica, in collaborazione con l‘Associazione Culturale Roma Sotterranea, di cui consiglio di seguire le attività.
Andreas è dunque un extracomunitario con preziose informazioni per il mio lavoro di ricerca.

Ma, quando ero piccolo, un altro extracomunitario (lo era nei primi anni 70), che sarebbe morto poco dopo averlo conosciuto, mi ispirò nella ricerca di luoghi segreti a due passi da Roma.
I miei genitori mi portavano talvolta a giocare presso il giocoso Istituto Svedese di Studi Classici, un’oasi di “scandinavinità” e di svaghi per i bambini a via Omero, ai Parioli, poco lontano da dove abitavamo, poiché conoscevano alcune persone che vi lavoravano.

Un giorno vidi che i miei parlavano con un signore anziano.
“Chi è quel vecchio?” chiesi io.
“Quel vecchio è un signore svedese che viene spesso a soggiornare qui all’Istituto, perché va a scavare vicino Roma in cerca di reperti etruschi. Si chiama Gustavo. Ed è il Re di Svezia“. Fu la risposta.
Così, improvvisamente, a 7 anni, fui preso dalla passione per la Scandinavia, che avrei visitato a più riprese con l’Interrail.
E allo stesso tempo venni a sapere che poco lontano da Roma c’erano luoghi così fascinosi, che addirittura un re ci andava a mettere personalmente le mani nella terra.
Ah! Vorrei dire a Renzi e Napolitano che anche prima dell’Unione Europea i giovani potevano viaggiare e conoscere altri giovani europei, peraltro con costi di viaggio molto minori di adesso.

No! Perché a sentire quei due, sembra che viaggiare per l’Europa sia possibile solo oggi che c’è l’Unione Europea, che poi altro non è che la gabbia costruita per immiserire il nostro paese (con lo strumento principe dell’euro), e che fa sì che i giovani italiani di oggi viaggino spesso perché costretti a cercare un lavoro all’estero. Una cosa impensabile ai tempi dei miei Interrail nei primi anni ’90.
La conclusione è che il territorio nei pressi di Roma è spesso valorizzato ben più dagli stranieri che dagli italiani.
Da tanti stranieri che nel tempo hanno profuso il loro tempo, le loro energie, le loro competenze, per preservare queste zone straordinarie e per farle conoscere.

[…] laghi pensavo di avere visto tutto quello che c’era di meritevole, finché il solito amico Andreas Schatzmann mi parlò di un’altra sezione delle cave di Salone da […]