Dopo il Fosso del Peccato, eccoci di nuovo nel bacino del Treja
per visitare un altro dei luoghi segreti a due passi da Roma (.ca 25 KM dal Grande Raccordo Anulare) altrettanto fiabesco: il castello d’Ischia.

Questo castello, come molti altri della zona, fu edificato come componente della linea “Maginot” di fortificazioni contro le scorrerie dei saraceni. Questi venivano lasciati sfogare fino al Treja, ma non dovevano andare oltre, dove si trovavano i porti sul Tevere (un tempo navigabile e importante via commerciale) e soprattutto l’abbazia di Farfa.
E vedendo i ruderi del castello dal basso, mentre ci si avvicina camminando sul fondo della forra del Cerreto (un affluente del Treja), si capisce bene come fungesse egregiamente da difesa.
Tanto segreto questo luogo non è, visto che ci si può arrivare per il tramite di una strada bianca da Nepi (strada dalla quale, il giorno del sopralluogo, sono arrivati decine di ragazzi con le moto da cross, per percorrere illegalmente questi sentieri, devastandone il fondo. Leggete a questo proposito il seguente post: http://angelodiario.wordpress.com/2014/05/12/motocross-nel-parco-regionale-valle-del-treja/).

Il castello d’Ischia diventa invece un luogo segreto

se si decide (come abbiamo fatto Angelo Diario, Domenico Aglioti, Alessandra Cenci, Clemente Sbarigia e io) di arrivarci da Mazzano Romano, dopo avere scavalcato due cancelli, dopo aver appunto camminato lungo il rio Cerreto con il solito guado bagnato e dopo aver imboccato una mulattiera antichissima, che risale i quasi 100 metri di dislivello.
La mulattiera, poco prima di giungere al pianoro sul cui vertice dominano i ruderi della fortificazione, per superare un dislivello marcato, entra in una via cava che fa un angolo di 180 gradi.
Ho visto tante vie cave nella mia vita, ma questa è unica.

Sulle pareti tufacee che ne cingono il tornante, si vedono incisi segni ignoti (almeno a noi), oltre alla solita madonnina, posta strategicamente nel posto più cupo del percorso.
Una volta giunti sull’altopiano, strepitosa è la vista a picco verso il fosso del Cerreto, che cinge a semicerchio la rupe.

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