Sapevate che c’è uno Stargate anche a Roma Sud?

Fra i palazzi dei tranquilli quartieri residenziali a oriente dell’EUR, spicca, decontestualizzata, una slanciata torre medievale, simile alla Torre del Mangia a Siena.
È la Torre della Cecchignola, della quale abbiamo accennato quando andammo in cerca di Torre Molinario.
Sono infatti simili, per quanto Torre Molinario fu edificata circa un secolo fa, mentre la protagonista di questo capitolo risale al XIII secolo.
Pochi passi dal parcheggio e arriviamo al suo cospetto.
Altri pochi passi in un prato assolato, un sentiero in discesa e … voila lo Stargate: dalla luce ci troviamo, all’improvviso, nell’oscurità di un folto bosco.
Sembra di essere entrati, in un attimo, in un altro mondo e i nostri sensori, la vista in primis, vanno in tilt.
“Ma … abbiamo lasciato l’auto in un parcheggio assolato pochi minuti fa. Come facciamo a trovarci dopo pochi istanti in un luogo così buio e umido?”
Fu quello che mi domandai quando scesi nel fosso della Cecchignola, il nome di questo bosco singolare.

I sensori ad ogni modo si abituano in fretta a questa macchia fitta, mentre percorro i sentieri che, senza un ordine, seguono le ondulazioni e giungono ad una grotta artificiale.
Il fosso è asciutto, di certo per via dell’acqua captata nel tempo; eppure sembra vi scorra ancora l’acqua per la sensazione di frescura, pur essendo una calda mattina di giugno.
Ma l’oscurità dura poco.
Pochi minuti e sono fuori, dalla parte opposta della valle, in una radura dove alcuni arcieri si stanno allenando, dopo avere ammirato, in questo breve lasso di tempo, tutti gli elementi tipici dell’Agro romano: il castello (appunto), le vigorose fioriture, i tratti di canneto, i resti romani, i variopinti strati di tufo, la grotta d’ordinanza.
Il tutto in un’atmosfera distensiva e priva di inquinamento acustico, pur camminando a poca distanza dai condomini romani.
Foto di copertina: uno dei ruderi romani fra la Torre della Cecchignola e il bosco.



