
Una mattina mi telefona Lucignolo, alias l’amico Marco, che escogita sempre nuove trappole, nelle quali casco regolarmente.
Mi propone “che dici di andare a vedere i laghi della Marcigliana?”
Non resisto, procrastino un lavoro, e alle tre e mezzo del pomeriggio partiamo direzione Monterotondo, venti chilometri a nord di Roma, non distante dalla valle del Tevere.
Dapprima ci avventuriamo in una vallecola laterale alla ricerca di una piccola cascata, senza riuscire a trovarla, e che sarà quindi oggetto di un prossimo sopralluogo insieme alla città latina di Crustumerium.
Dopodiché saliamo su un dosso e rimaniamo affatati dal panorama da crete senesi che ci offre la sequenza di morbide colline.
Monterotondo si stacca dalle ondulazioni, e sembra veramente un paese toscano.
Lo skyline dei paesi sabini e dei monti Lucretili, poi, chiude degnamente il paesaggio che si stende davanti a noi.

Dopo questo godimento dell’anima oltrepassiamo una recinzione divelta, entriamo in una cava praticamente dismessa e …
l’ho detto tante volte e lo ripeto: gli ambienti delle cave sono regolarmente straordinari. Ci sono quelli famosi, come il Parco delle Cave di Milano, le cave di Cusa e di (latomie) Siracusa in Sicilia e poi i tanti che ho descritto in questo blog, come le cave di Salone, quelle dei laghi della Mercareccia e tanti altri
… cominciamo a camminare fra montarozzi di ghiaia bianchi, che contrastano con le colline verde scuro che circondano questa grande cava.
Ed ecco apparire il primo lago, che le radure senza vegetazione intorno fanno somigliare a uno specchio d’acqua alpino.
Poi un secondo piccolo lago, quasi nascosto, e molto naturale.

Infine il terzo lago, ora utilizzato per la pesca sportiva, che con il sole radente offre tonalità spettacolari.
Un breve strappo ci porta sulla collina che incombe sul primo lago.
Gli sbancamenti biancastri e la vista dall’alto sugli specchi d’acqua offrono un paesaggio simile a quello delle Alpi Apuane.
Ci troviamo infatti in un luogo impervio, profondamente modificato dal lavoro dell’uomo, il quale, come sulle Apuane, ha reso a suo modo fascinoso il paesaggio.
Anche se non dobbiamo mai dimenticare l’effetto devastante che hanno le cave sull’ambiente circostante.
