Il booster dei luoghi segreti a voragine di Monte Spaccato. Foto dell'Associazione Speleo Romani

Una delle mie escursioni preferite è salire a Monte S. Angelo in Arcese, veramente a due passi da Roma, dal quale si gode un panorama immenso a picco su un tratto di campagna romana singolarmente disabitato.

Dall’alto non si comprende il motivo di tale solitudine.

Ma noi sappiamo: il gran numero di forre presenti nella zona, che abbiamo esplorato insieme ha provocato, appunto, la scarsità di insediamenti abitativi, rendendo difficili le comunicazioni, oltre a essere una miniera di resti immensi di ponti, gallerie, acquedotti di epoca imperiale.

Questa volta, invece di salire subito ai resti del santuario romano della Dea Bona, nascosti sulla cima del monte, rimaniamo a metà circa della salita e andiamo, con una serie di saliscendi fra le aguzze pietre calcare, in un luogo pazzesco: una voragine carsica stretta e profonda.

La voragine di Monte Spaccato. “Il Messaggero”.

L’amico Lorenzo Grassi, con la passione e la competenza che lo contraddistinguono, si è calato all’interno e … leggete qui l’appassionante storia di questa esplorazione! https://www.ilmessaggero.it/roma/cronaca/svelato_il_mistero_di_monte_spaccato_trovata_la_gabbia_dell_esploratore_inglese_scomparso_nell_800-3753624.html

La voragine di Monte Spaccato.

Come arrivare: da Tivoli si prende la strada per S. Gregorio da Sassola (SP 53/A). Si sale quindi a sinistra per via di Colle Ripoli fino al termine della strada, dove si parcheggia davanti al ristorante “La veduta su Roma” (41.943279, 12.806874). Si imbocca il sentiero (se è ancora segnato, è il 551) che lambisce la recinzione destra del ristorante. Si continua in lieve salita fino a raggiungere la sommità di una prima collina. Davanti a noi appare una collina boscata: è Monte Sant’Angelo in Arcese, che, a seguire, sarà la nostra meta successiva, con i suggestivi ruderi celati nella vegetazione. Ma non saliamo subito. Continuiamo in saliscendi fino a giungere alla voragine di Monte Spaccato, nascosta in un roveto: 41°56’18.4″N 12°48’27.4″E.

salendo dalla voragine di Monte Spaccato alla sommità di Monte S. Angelo in Arcese.

Durata: solo per la voragine di Monte Spaccato: circa 45 minuti. Altri 45 minuti per la vetta (per giungere in vetta, trovate info nelle mie guide).

Difficoltà: media. Attenzione ad avvicinarsi alla voragine di Monte Spaccato.

Treno + bici: si! Dalla stazione di Tivoli. Ma poi bisogna lasciarle al parcheggio davanti al ristorante.

Joelette: no

Bambini: si

Picnic: si. In vetta.

Attrezzatura richiesta: pedule con suola scolpita o galosce – bastoncini telescopici per i guadi

Periodo raccomandato: autunno/inverno/primavera.

alendo dalla voragine di Monte Spaccato alla sommità di Monte S. Angelo in Arcese.


Di luigi plos

58 anni, con una figlia di quasi 23, ho sempre avuto una grande passione per l’avventura, che ho cercato per molto tempo in alta montagna e, negli ultimi anni, vicino Roma. Fin da ragazzo rimasi infatti sorpreso dalla smisurata quantità di luoghi segreti a due passi da Roma. Così, dopo oltre vent’anni dedicati all’alpinismo e all’escursionismo di buon livello ho cominciato, nel 2011, a perlustrare in modo sistematico il territorio dove vivo (cosa che peraltro avevo sempre fatto), conoscendolo in modo sempre più approfondito. Questa conoscenza si è concretata in circa seicento articoli postati su questo blog, in sei guide escursionistiche, oltre 160.000 followers su Facebook e tanto altro. Il tutto sempre inerente i luoghi sconosciuti e straordinari intorno alla capitale e il tutto intervallato da riflessioni su economia, politica, ambiente.

2 pensiero su “La voragine di Monte Spaccato a Tivoli.”
  1. Quella della gabbia e dell’esploratore inglese è una clamorosa bufala. Dopo la notizia data sul Messaggero, infatti, non se ne è mai più parlato. Sono sceso diversi anni fa un paio di volte e ho visto solo dei rottami metallici relativi ad una vecchia recinzione fatta dai vaccari della zona con materiale di recupero (vecchie reti da letto, etc). Sulla “bufala abissale” (così l’ho definita) ho scritto due articoli su un giornale locale.

  2. Francesco Boanelli critica con toni offensivi un’esplorazione e una ricerca sulle quali non sa assolutamente nulla. Avrebbe fatto molto meglio a tacere, rispettando il lavoro altrui.

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