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La torre sconosciuta sopra le sconosciute cave di Riano.
“Maaa, Luigi, che razza di titolo è?”
In effetti, care/i amici avventurosi, questo titolo è singolare, perché singolare fu la scoperta dei due luoghi segreti qui descritti (fra i circa cento di questo blog).
Peraltro cave di Riano rasentano, fra i luoghi segreti, la perfezione
in particolare per quanto riguarda l’isolamento (nonostante sia periferia di Roma), la storia, la grandiosità e la difficoltà nell’individuarle.
Ecco come nacque tutto.
Insieme alle indicazioni su dove fossero le cave di Riano,
chiedevo, in particolare agli indigeni, ovvero ad amici e conoscenti di Riano e dintorni (Castelnuovo di Porto, Capena, Fiano…) informazioni in merito a una torre medievale che, sapevo, trovavasi sulla via Tiberina, poco oltre il cimitero di Prima Porta.
“Certo che la conosciamo!” Affermavano entusiasti gli interpellati. “E’ Torre Procoio! Sta giustogiusto sulla sommità della collina che sovrasta le cave di Riano!”
Dovevo quindi depennare la torre dai luoghi segreti, in quanto sembrava fosse nota a tutti.

In realtà, parlando con gli amici Mauro e Stefano, scoprii che la torre che cercavo non era quella indicatami dagli indigeni, la quale faceva invece parte di una tenuta nobiliare, ma era un’altra, sempre sulla Tiberina e più verso Roma.
Così un giorno, seguendo le loro indicazioni, dopo aver scavalcato una recinzione, camminammo lungo il margine di un campo di grano e vedemmo a un certo punto lo spezzone della torre agognata che svettava dalla cima di una collina davanti a noi.
Ma il moncone di torre sparì dalla nostra visuale, man mano che avanzavamo.
Giungemmo ad uno stupendo fontanile, risalimmo la boscata collina antistante per il tramite di una nascosta, ripida e di certo antichissima mulattiera che si insinuava nella macchia, e arrivammo al valico.
Da qui la vista, che si apriva verso la valle del Tevere, con lo skyline dei monti Sabini, era spettacolare.
Ma la torre continuava a non essere più visibile, totalmente nascosta dalla vegetazione.
Ci dirigemmo quindi verso la fitta macchia di alberi che doveva circoscrivere la torre, superammo alcune macchie di rovi e individuammo finalmente il fosso artificiale d’ordinanza.

Lo superammo e giungemmo ai piedi della slanciata e armoniosa torre, che aveva, immagino, lo stesso scopo della dirimpettaia Torre Procoio e di tante altre, ovvero di vedetta sulla valle del Tevere.
Fin qui tutto suggestivo; ma siamo ancora nell’ordinario.
I dintorni di Roma sono costellati, infatti, da decine, forse centinaia di ruderi di torri medievali, alcune delle quali sconosciute e fascinose, e descritte in questo blog e nelle tre guide, come Torre Baccelli o Torre Raminga.
Dobbiamo quindi entrare nello straordinario, che vado a narrare.
I fatti sono antecedenti al sopralluogo alla torre.
Dopo aver esplorato le straordinarie cave romane di Grotta Oscura e del Fosso del Drago, ero venuto a sapere dell’esistenza di altre antiche cave non distanti da queste, facenti probabilmente parte della stessa filiera edilizia e che si trovavano sulla Tiberina, sempre vicino a Prima Porta e, come abbiamo visto, nei pressi delle torri di cui sopra.
Avevo quindi chiesto agli amici indigeni se le conoscessero.
E, come per Torre Procoio: “Certo che le conosciamo! Bellissime! Ci si arriva facile!”
Diamine! Sembrava, un’altra volta, che io fossi l’unico a non conoscere un luogo così speciale, quando è di solito il contrario, ovvero sono io che so di luoghi speciali che, chi vi abita nei pressi, non conosce.

Ero quindi, ahimè, in procinto di depennare le cave di Riano dalla lista dei luoghi segreti a due passi da Roma, vista la loro evidente (a tutti tranne che a me) notorietà.
E… invece… dopo avere visionato con attenzione la zona su Google Earth e averci ragionato sopra, compresi che, anche in questo caso, i locali si riferivano ad altre cave, ovvero a quelle moderne.
E che, quindi, la mia domanda (Corrado Guzzanti docet) era malposta.
Non avrei dovuto chiedere “Conosci le cave di Riano?” Ma “Conosci le antiche cave romane di Riano?”
Infatti, le cave alle quali si riferivano i locali, ovvero quelle moderne, sono anch’esse, a loro modo, di grande suggestione (in una di esse vengono tenuti spettacoli teatrali in estate), ma non erano quelle che intendevo io.
Ad ogni modo, come spesso accade (almeno) in questi frangenti, la sorte fu benigna.
Mi vennero infatti nuovamente in aiuto Mauro e Stefano.
Una mattina ci prelevarono e ci fecero parcheggiare davanti alla più gigantesca delle cave moderne di Riano, a circa sette chilometri dal GRA.

Stefano individuò, nella fitta macchia antistante la cava, una traccia che scendeva a un ruscello e ci fece cenno di seguirlo.
Guadammo il ruscello, risalimmo il pendìo della collina prospiciente e, sempre camminando nel fitto bosco, dopo un ultimo tratto franoso, ci apparvero, scavati nella roccia, una serie ambienti colossali che scendevano verso il cuore della collina.
E arrivò la consueta impressione di straniamento e di impressione di stare in un film fantasy, che avverto regolarmente quando entro nelle cave romane, come quelle di Salone.
Qui, poi, lo straniamento era accentuato dalla vegetazione che copriva parzialmente le entrate e da una galleria che si apriva ad un’altezza impossibile.
Le foto di Stefano rendono a malapena la suggestione.
Ah! Si tratta di un luogo segreto che, come scritto all’inizio, soddisfa tutti e sei i requisiti necessari per entrare nel novero: in particolare soddisfa quello di essere sconosciuto anche a chi abita nei pressi. Tadahhh!

Rammento i sei requisiti che accomunano i Luoghi Segreti a Due Passi da Roma:
o devono essere praticamente sconosciuti. Sovente anche a chi abita nei pressi;
o non devono trovarsi di solito nelle guide escursionistiche più comuni;
o non devono essere raggiunti da sentieri segnati;
o non devono essere semplici da individuare;
o devono essere suggestivi; e ovviamente
o devono essere nei pressi di Roma (non più di 30/35 KM dal GRA. Per quanto la maggior parte dei luoghi segreti da me descritti disti pochissimi chilometri dal GRA).
Foto di copertina: le cave di Riano (quelle romane). Di S. De Francesco.
Piaciuto l’articolo? Dai! Organizzeremo presto un’escursione in questi luoghi! Stay tuned sul gruppo Facebook!
