
Nel post dedicato alle dieci cascate di Cerveteri abbiamo visto quante stupende cascate ci sono in un territorio non particolarmente piovoso e con sorgenti a bassa quota.
E, precisamente, abbiamo visto le tre cascate in sequenza, più le due laterali, che si offrono nel loro splendore a chi da Castel Giuliano scende verso Cerveteri, poi l’intima cascata all’interno della Macchia della Signora, sulla strada fra Cerveteri e Ceri, poi le stupende cascatelle fra Sasso e Cerveteri e, infine, la cascata a doppio salto, che chiude la forra fuori dal tempo ai piedi di Ceri, sempre nel comune di Cerveteri.
Me ne mancavano due, da vedere.
Uno dei più spietati cacciatori di luoghi segreti di Roma e dintorni, Stefano De Francesco, sapeva che avevo messo una taglia (eheheh!), che avrebbe riscosso chi avesse scoperto la sesta e la settima cascata di Castel Giuliano.
Impavido, Stefano, partì alla loro ricerca e mi portò la nona cascata su un piatto d’argento.

O, meglio, portò me al suo cospetto.
Ed ecco il racconto di come giungemmo alla nona cascata, ovvero alla sesta fra Castel Giuliano e Cerveteri.
Un sabato mattina parcheggiamo a Castel Giuliano, il suggestivo borgo secentesco a poca distanza da Roma, isolato durante l’intera settimana, finché la domenica mattina una folla strabocchevole (detta, da noi a Roma, “pipinara”) si riversa sul sentiero che tocca le cinque cascate citate sopra, diventate ormai di moda, dopo che fino a meno di quindici anni fa erano ancora un luogo intimamente suggestivo.

Scendiamo nella valle sotto il borgo, attraversiamo l’erba alta fino alle scapole (effetto collaterale della benedetta pioggia dell’inverno 2017/2018), superiamo uno steccato ed entriamo nel letto di un torrente e cominciamo a risalirlo verso monte.
Non potendo camminare sulle rive a causa della folta vegetazione, siamo costretti a percorrerlo con l’acqua fino al ginocchio.
L’ambiente fluviale è, come sempre accade intorno a Roma, splendido, con continue cascatelle e grandi massi muschiosi in mezzo all’acqua.

Dopo circa trenta minuti sentiamo l’inconfondibile scroscio.
Quando andiamo a visitare le cascate vicino Roma (molte delle quali descritte in questo blog e nelle tre guide), ci capita di trovare nei pressi: antiche gallerie di uso idraulico, ambiente di forra, rapide, rosse rocce per la presenza di minerali ferrosi, piscine balneabili, tappeti di vegetazione sulle pareti circostanti resi lucenti dall’umidità, stalattiti color rubino che stillano acqua ferruginosa.
Ebbene, nella conca nella quale giungiamo, troviamo, al contempo, tutto quanto sopra e trascorriamo un’altra mezz’ora in perfetta contemplazione.
Usciti dal torrente, prendiamo una traccia fra l’erba alta, che ci porta sul sentiero per le cinque cascate.

E, pur essendo sabato, diversi escursionisti, avanguardie della massa del giorno successivo, si riversano in direzione di queste.
Noi, invece, soddisfatti, torniamo in paese.
Le cinque cascate meritano la giusta attenzione in un giorno infrasettimanale.
Ah! C’è l’altro cacciatore di luoghi segreti, Marco De Santis, che aspetta la sua ricompensa per avere individuato la settima (ovvero la decima)!

ma ke sorpresa, Luigi.
sono Yuri, amica di Fabio.
abito in campagna di Cerveteri, e ANCO dovrei andarci, questo posto.
ke fai guida trekking?
Yuri!!! Che bella sorpresa!
Si! Faccio anche da guida!
Vai sul gruppo FB “Luoghi segreti a due passi da Roma” e …
grazie per avermi scritto!
Luigi