Castelnuovo di Porto è irritante per la quantità di siti incantevoli (e sconosciuti) sparsi sul suo territorio.
In particolare l’area intorno al lago di Grotta Pagana ha una concentrazione record di luoghi segreti.

Ci sono le tre mole del fosso di S. Antonino, la cascata rossa dell’Acqua Forte, tutta la zona di Belmonte, la cascata del fosso dell’Ogliararo e, ora, la galleria di Ripa Maraula.
E Luigi Perini? Irritante anch’egli, per la frequenza e la sistematicità con cui scopre nuovi luoghi segreti.
Il Perini mi dà un dì appuntamento al lago.
Entriamo nella folta macchia e scendiamo sul fondo di una gola.

Risaliamo l’altro versante e ci troviamo davanti l’imponente parete basaltica di Ripa Maraula, cava di basalto di epoca romana, che fu utilizzata anche per lastricare la Flaminia.
Per inciso tempo fa andammo all’interno delle immense cave, sempre nel territorio di Castelnuovo, che affacciano verso il Tevere.
Dove c’erano le cave, ci dovevano essere anche vie carreggiabili, per trasportare il materiale di costruzione.

Ed ecco, poco distante dalla cava, nascosta nella vegetazione più folta, una via cava carreggiabile e … una galleria nella quale la via cava si immette, scoperte da Luigi e dalla sodale Pamela Bartolomei grazie alla loro determinazione e alle loro roncole.
Solo una volta avevo visto la combinazione di via cava e galleria, a Chia, a nord di Viterbo, sotto la torre che fu di Pasolini, un luogo struggente.
E c’è una singolare caratteristica, che rende ancor più simili la galleria di Chia e quella di Ripa Maraula: entrambe hanno un albero al termine di esse, le cui sagome in controluce sono la ciliegina fantasy.
Ma c’è una differenza fondamentale rispetto a Chia, la quale sta acquisendo fama meritata e sta diventando turistica.
La galleria di Ripa Maraula non solo non è raggiunta da sentieri, ma si trova in un luogo selvaggio, impervio e del tutto dimenticato dall’uomo.
