
Data la mia inveterata passione per canyon e doline, i miei ricordi escursionistici più intensi (oltre ai 4.000 delle Alpi) sono legati a luoghi
come le doline di Su Suercone e di Tiscali in Supramonte,
i canyon “les Gorges du Daluis” e “les Gorges du Cians” in Provenza,
la gola di S.Venanzio in Abruzzo,
i canyon Mondino, Giovannelli e Blaetterbach in Trentino Alto Adige,
l’orrido di Foresto in Val di Susa,
le doline e le grotte di San Canziano in Slovenia,

fino ad arrivare al più straordinario luogo da me mai visitato: la cava grande del Cassibile. Ovvero il gigantesco canyon a pochi chilometri dal mare Ionio – nella “arida” Sicilia – ricco di cascate e di piscine trasparenti dove tuffarsi e nuotare (con tantissima acqua anche in estate avanzata), e con due insediamenti protostorici rupestri (che ricordano i ben più famosi insediamenti Anasazi della Mesa Verde) ai lati del canyon, raggiungibili solamente arrampicandosi per vertiginosi scalini intagliati nella roccia.
Era quindi ovvio che, rimanendo vicino a Roma, mi concentrassi nuovamente su gole e doline.

E infatti negli scorsi post abbiamo visto: la forra del Corese, la buca di San Francesco, il Merro, il Fosso del Peccato, la forra del Maschio d’Ariano.
Poi, non pago, andai sui monti Prenestini a cercare la Fossa Ampilla.
Una dolina impressionante quasi quanto il pozzo del Merro.
Parliamo, al solito, del crollo del soffitto di una grotta. Che nel caso di Fossa Ampilla doveva essere gigantesca.
La foto al masso scolpito fa capire l’intenso lavorio delle acque sul calcare di questa zona.
E le altre foto rendono a malapena la profondità (circa 90 metri dal bordo) e la cupezza di questa dolina, nella quale è pericoloso anche avvicinarsi, dato il rischio di scivolare e di precipitare sul fondo, salvo non avere attrezzature e competenze alpinistiche.

Ad ogni modo dal ciglio della dolina, invisibile peraltro anche a chi cammina nei pressi, essendo totalmente nascosta dalla macchia, si riesce a scendere qualche metro, stando attenti a non prendere velocità e a non schiantarsi appunto sul fondo, coperto da un suggestivo rivestimento verde, e nel quale si aprono (a vista) almeno due grotte.

La visita di Fossa Ampilla
si completa con un sentiero geologico poco lontano, e poi con la visita al castello di Rocca di Cave, dove è fruibile uno stimolante museo geologico.
Davanti alla cui entrata per inciso sventola felicemente solitaria la bandiera italiana, senza l’opprimente compagnia della bandiera dell’unione europea ormai purtroppo presente quasi dappertutto, a ricordare una burocrazia dominante, centralizzata all’estremo, composta da tecnocrati vessatori e in combutta con banche e multinazionali.
Pensate che un posto così sia lontano da Roma? Manco per niente: è a meno di 30 KM in linea d’aria dal GRA!

luigi plos