Questo super post è per commemorare i cinque anni del gruppo FB “Luoghi Segreti a due passi da Roma” e poi per narrare una vicenda singolare.
qla cascata dell’Aniene dall’altoMi emoziono ogni volta che penso al luogo che stiamo per vedere.
Si tratta di un sito che si trova sotto gli occhi di centinaia di turisti, di automobilisti e di viaggiatori in treno tutti i giorni, oltre a essere, da secoli, uno degli scenari più celebri della provincia di Roma.
Eppure ne è nota solo la parte superiore.
Ancora oggi, quando arrivo a Tivoli con il treno, poco prima di giungere in stazione mi spiaccico come un bambino contro il finestrino e attendo gongolante la visione, di tre secondi tre,
della cascata dell’Aniene sul lato opposto della gola a quello che percorre il treno.

Già trent’anni fa, allorché visitai la prima volta Villa Gregoriana, al tempo aperta solo parzialmente, mi chiesi come potessi raggiungere il fondo del canyon, dove la cascata grande spumeggiava in un lago cristallino.
Nel tempo avevo interrogato diversi nativi, tutti entusiasti di quando, da piccoli scendevano al lago a pescare e a nuotare.
Ma la solfa era sempre la stessa: nessuno di costoro era più tornato nella parte bassa della cascata dell’Aniene
e il sentiero che percorrevano era, a loro dire, franato e divenuto impraticabile per via dei rovi.
D’altra parte, in tutti questi anni passati fra la montagna prima e la ricerca della sterminata quantità di luoghi da esplorare vicino Roma poi (oltre che essere più abbordabili di questa cascata), avevo accantonato quest’idea.
Fino alla stesura delle ultime due guide – di prossima pubblicazione – e alla necessità di inserirvi itinerari di valore.

Mi tornò allora in mente il vecchio progetto di scendere nella parte bassa della cascata dell’Aniene.
Eccoci dunque, una gelida mattina di gennaio, Rossella, collega guida escursionistica (di media montagna) e io camminare per via Quintilio Varo, a Tivoli, in cerca del varco, che ci dovrebbe portare verso il fondo del canyon.
Vediamo un signore all’interno del suo giardino e gli pongo subito la solita domanda.
Anch’egli inizialmente, come gli altri nativi interrogati nel tempo, mi dice che non vi scende da tempo blablabla …
Poi però ci fa scavalcare un cancello di un terreno di sua proprietà e ci indica uno stradello, che dovrebbe avvicinarci alla meta.
Ci lascia anche il telefono per sicurezza.

Lo chiamo poco dopo, per comunicargli che siamo tornati indietro per via di un folto roveto, che rende impossibile proseguire.
Ci dice allora di provare con una strada che scende direttamente dal centro storico di Tivoli.
Seguiamo questa sua seconda indicazione. Tutto sembra procedere: la strada scende in direzione del fondo della cascata.
Finché un cancello di quasi quattro metri con filo spinato sulla sommità rende impossibile proseguire.
Ormai siamo rassegnati. Il fondo del canyon rimarrà nel cassetto dei sogni.
Gli ritelefono, per comunicargli che anche da questa parte non si scende.
Si consulta con un altro nativo e ci indica senza troppa convinzione un altro possibile accesso.

Eccoci dunque scavalcare un altro cancello (questa è l’escursione dei cancelli) e scendere in modo intuitivo per tracce di animali.
Nonostante sia gennaio dobbiamo affrontare numerose macchie di rovi e anche una ripida scarpata fangosa e sassosa al tempo stesso.
Per fortuna abbiamo la corda, che fissiamo a un albero.
Dopo la scarpata le tracce scompaiono, ma nitido ci arriva lo scroscio della cascata, pur invisibile.

Ormai ipnotizzati dal sempre maggiore fragore dell’acqua, ci scapicolliamo sempre più velocemente in quella direzione, scendiamo un’altra ripida scarpata, superiamo altri rovi in velocità e … tadaaaah!
Ci troviamo improvvisamente davanti al doppio salto della cascata dell’Aniene,
che mugghia e che nulla ha da invidiare a quella delle Marmore.
L’acqua si getta nello specchio d’acqua selvaggio, che avevo sempre visto dall’alto, mentre sopra di noi svettano le pareti verticali della gola, con parzialmente visibile il tempio di Vesta sulla cima più alta.
Gli spruzzi sono dappertutto e non riesco a fare foto, senza che il mirino sia asciutto.
Peccato che, essendo di mattina, ed essendo gennaio, la cascata non sia illuminata dal sole.
Ma non è finita. Sulle sponde del lago spicca un masso gigantesco.

L’erosione ha creato una serie di aperture nella roccia, una delle quali si trova in corrispondenza della cascata, che diventa così visibile da un altro, inconsueto, punto di vista.
Il secondo fiume di Roma prosegue verso la metropoli, incassato nel canyon in una sequenza di rapide e cascatelle.
Il tutto supera quello che mi ero immaginato e rende questo percorso uno dei più ammalianti che io conosca (e sono tanti!) e potrebbe essere – so di essere ripetitivo – un ulteriore driver per il turismo, se messo in sicurezza.
E, soprattutto, Rossella e io ci guardiamo stupefatti e ci congratuliamo per aver portato a termine con successo questa piccola, grande, impresa.
Una di quelle vittorie che gonfiano l’autostima degli “avventurosi”.
Ah! Una nota di servizio su questo fiume sorprendente: qualche pagina fa abbiamo visto un’altra superba cascata dell’Aniene, a S. Cosimato, che si trova una decina di chilometri a monte.

Non avevo pensato di chiedere a super Matteo Vagabondo Bordini, se conoscesse il modo di scendere sul fondo della gola.
Ovviamente vi era già sceso qualche anno fa, per di più d’estate, quindi con più rovi.
Ma Matteo è Matteo. E sua è, dunque, la foto estiva della cascata!
La foto di copertina è invece di Stefano Serafini.

1 settembre 2019:
quando scrissi quest’articolo, lo scorso gennaio, mi auspicavo che luoghi come la base della cascata grande dell’Aniene divenissero “driver per il turismo, se messi in sicurezza“.
Pur abituato, anche vicino Roma, a luoghi fuori dall’ordinario, annoverai la base della cascata grande fra quelli super e trovavo strano che i locali non ne avessero mai considerato la valorizzazione.
Cominciai a divulgarne la bellezza, aiutato dalle foto di Giulio Giuliani, così tanto che, quando lo scorso giugno organizzammo una discesa sul fondo del canyon, arrivò una quantità spropositata di persone.
Per questa escursione mi ero accordato con il proprietario del terreno, di cui avete letto sopra, che mi fece nuovamente transitare sulla sua proprietà e anche organizzare un panoramico barbecue vista cascata.
Dato il successo della giornata uno scambio di messaggi fra lui e me fissava il bis il giorno 8 settembre.

Passano due mesi.
Qualche giorno fa lo contatto, per definire i dettagli della giornata, ed egli mi dice che non si può più fare: lo scorso luglio ha stretto un accordo in esclusiva con un’associazione, che allestirà il sentiero, farà scendere alla cascata con un biglietto d’ingresso ecc.
Di conseguenza non potrò più transitarvi in autonomia.
Concludendo, da una parte avrei gradito, per correttezza, venire avvertito per tempo di questo accordo: avrei evitato la figura di programmare una giornata, che ho dovuto disdire e per la quale c’erano già una trentina di prenotazioni
E … avrei anche gradito un cenno di ringraziamento, per avere fatto conoscere in modo sistematico questa meraviglia. Ma … che dire: le buone idee sono di tutti, anche se considero una sconfitta questa irriconoscenza.
Dall’altra il mio desiderio è stato esaudito: verrà valorizzato un sito che renderà ancora più indimenticabile la visita di Tivoli e che incrementerà il turismo sostenibile nella provincia di Roma, con relativi posti di lavoro e tanto altro: quello per cui mi batto da anni.
E questa è la vittoria più importante.

Complimenti e grazie per essere stato il “pioniere” di questa riscoperta.
Wow! Grazie, Riccardo! Spero ci incontreremo presto!!!
Buongiorno Carissimo Luigi, ho una pagina su facebook, quasi 6000 follower se potresti inviarmi, con molta libertà, le foto della parte bassa della grande Cascata dell’aniene a Tivoli su email: g.callori@gmail.com naturalmente citerò il tuo nome..Grazie Gianluca Callori.
ti ho mandato tutto su wetransfer!