
Dopo infinite escursioni nei dintorni di Roma in 25 anni di vagabondaggi, pensavo di avere visto quasi tutto ciò che meritava essere visitato (e che, per inciso, ho parzialmente descritto in questa categoria. Nei post precedenti).
Mi mancava, fra i luoghi degni di nota e ancora a me ignoti, una cascata che mi era stato detto esistere lungo la forra dove troneggia il Ponte Lupo, quella che è probabilmente la più massiccia arcata di acquedotto esistente al mondo.

Finalmente, allineatesi le condizioni ideali per tale spedizione: mezza giornata libera di primavera, clima fresco e soleggiato, scorrimento idrico adeguato (né troppo, per non rischiare di non poter percorrere il fiume, né troppo poco per non trovare la cascata asciutta), iniziava l’avventura.
Infatti – per essere precisi – per godere al meglio questa escursione, è sicuramente consigliabile effettuarla in primavera.
Allorché l’acqua è sufficientemente abbondante da rendere il tutto più suggestivo; e si trova la cascata sicuramente attiva.
Scendemmo quindi nella gola del Ponte Lupo, che già di per sé vale il viaggio, e iniziammo ufficialmente l’esplorazione.
L’esplorazione probabilmente più incredibile e difficoltosa descritta in questa rubrica, che ormai annovera cento luoghi segreti vicino Roma.
Il fiume all’inizio era completamente in secca.
Diamine dicemmo: “come fa a esserci una cascata se non c’è acqua?”
Fatte però poche centinaia di metri ecco l’arcano: di acqua ce n’era tantissima. Solo che verso valle si inabissava fra i ciotoli, in direzione di un inghiottitoio.
Camminammo così per un’ora e mezzo in un crescendo di acqua (e questo è il lato negativo di fare l’escursione in primavera).

Cercando di progredire con l’acqua spesso fino al ginocchio, e arrampicando continuamente rocce bagnate (e disarrampicandole al ritorno – azione più complessa che arrampicare), con il rischio di storte e di zuccate!
E con la necessità di continua concentrazione e di sufficiente energia nervosa, per non scivolare.
Come potete vedere dalle foto l’ambiente fluviale, a compensare la fatica, era straordinario. Primigenio.

In più con una fauna ricchissima: pesci, anfibi, bisce d’acqua, rapaci ecc.
Bene, dopo un’ora e mezzo di entusiasmante e stressante risalita del fiume all’improvviso ci trovammo davanti alla cascata, che scendeva dalla vertiginosa parete che chiude la forra.
Nel corso delle mie escursioni ho visto tantissime cascate incantevoli: quelle fra i monti della Laga, quelle in Majella, quelle della valle delle Ferriere di Amalfi e poi quelle della valle delle Ferriere da Cerveteri a Castel Giuliano e della vicina forra che da Cerveteri va verso Sasso. E ancora: le infinite cascate norvegesi e alpine.

Ma la cascata che apparve improvvisamente davanti, né la più alta né la più copiosa di quelle da me viste, stante tuttavia il singolare avvicinamento nella gola di Ponte Lupo, e stante l’ambiente di Wilderness assoluta, emanava un fascino quasi unico fra tutte.
Veramente sembrava che fossimo noi i primi esseri umani a giungervi.

E mi ricordò un film abbastanza new age con Kevin Costner, “Dragonfly. Le ali della libellula”.
Un film senza pretese ma con un finale commovente, in cui Costner ritrova la figlia, dispersa appena nata, che era stata allevata da una tribù di indigeni venezuelani che vivevano ai piedi di una cascata, “simile” a quella che avevamo dinanzi.
Una Wilderness sorprendente – a meno di 20 KM dal Grande Raccordo Anulare.
La gola si trova in terreno privato e le escursioni all’interno della stessa devono essere autorizzate dalla proprietà stessa https://www.facebook.com/PonteLupoGigante

Gentile Sig. Plos, se può potrebbe darmi indicazioni esatte su come arrivare alla gola del lupo e relativa cascata?
grazie
Roberto
buongiorno Roberto; la cascata è in terreno privato.
Non divulgare, dunque, questa descrizone.
(Trovi poi, come sai, le descrizioni di 65 luoghi segreti magnifici nelle tre guide!) e…
spero verrai alla festa del 2 settembre!
https://www.eventbrite.it/e/biglietti-luoghi-segreti-festa-inizio-stagione-201819-48325128761?ref=enivtefor001&invite=MTQ3OTE4MDUvbS5kZWxmaW5pQGtvbnN1bWVyLml0LzA%3D&utm_source=eb_email&utm_medium=email&utm_campaign=inviteformalv2&utm_term=eventpage
Dislivello circa 60 metri
Durata 5 ore
Difficoltà alta necessità di arrampicare e disarrampicare per superare dislivelli di circa 2 metri. 40/50 cm d’acqua in primavera.
Attrezzature richieste bastoncini telescopici – obbligatorie pedule con suola scolpita.
Periodo raccomandato primavera.
Descrizione si percorre la via Polense verso Poli. Al KM 31 circa si vede un cancello di legno sulla destra. Con a lato – a sua volta sulla destra – un piccolo cancello pedonale. Si lascia la macchina sul bordo della strada, cercando di non dare fastidio, e si entra dal cancello pedonale. Se questo è chiuso, si deve passare sotto il cancello principale. Si prende a destra una mulattiera che dopo qualche centinaio di metri fa una svolta a 180 gradi e comincia a scendere ripidamente. Ci si trova in breve in mezzo a campi coltivati. Si prosegue a sinistra fra i campi e il fiume generalmente in secca, e ci si trova in breve davanti al Ponte Lupo.
Lo si supera e a questo punto di comincia a camminare nel letto del fiume, dapprima in secca e poi sempre più colmo d’acqua. Si lascia a destra una biforcazione e si continua lungo la gola fino a quando questa termina con la ripida parete da cui scende la cascata.
Rispettabile sig. Plos. Potrei chiederle uteriori informazioni riguardanti l autorizzazione necessaria a visitare questo posto? Si da infatti il caso che in una mia recente avventura nel suddesso luogo si siano verificate della lamentele da parte del proprietario. Per questo motivo volevo saperne di piu riguardo i permessi necessari, so che vengono organizzate delle visite guidate a pagamento, ma non sono cio che sto cercando in quanto non sono nel mio interesse e non penso che nessun pagamento sia dovuto per godere di un panorama naturalistico di tale portata nel nostro territorio. La ringrazio anticipatamente ed aspetto delucidazioni. Cordiali saluti