Sono passati quasi dieci anni, da quando arrivai per la prima volta al cospetto della grande cascata del Fosso dell’Acqua Rossa.
Nell’aprile del 2014 mancava, a me e a Marco, nell’ampia gamma di luoghi interessanti ancora sconosciuti, una cascata di cui avevo sentito parlare, situata lungo la stretta gola che ospita l’imponente struttura del Ponte Lupo, la più vasta arcata di acquedotto romano esistente.
La Cascata del Fosso dell’Acqua Rossa dieci anni dopo
Questa escursione è stata per molti anni la più complessa mai fatta da me vicino Roma (certo, niente a che vedere con le cime alpine … ).
E il fatto curioso è che l’escursione successiva più complessa, delle centinaia fatte in questi anni, ha avuto luogo sempre lungo il Fosso dell’Acqua Rossa!
E il secondo fatto curioso è che questo fosso, in realtà un vero fiume, ha una concentrazione di meraviglie naturalistiche unica, quanto meno in provincia di Roma.
Torniamo a noi.
Cominciammo a risalire la gola del Ponte Lupo, un’esperienza da sola che vale il viaggio (peraltro un viaggio all’interno del comune di Roma).
All’inizio il corso del fiume appariva in secca “Come può esistere una cascata in assenza d’acqua?”
Invece, dopo pochi metri, l’acqua diventava abbondante.
Il fatto è che si incanalava sotto terra in prossimità di Ponte Lupo.
La Cascata del Fosso dell’Acqua Rossa otto anni dopo
Per un’ora e mezza avanzammo nell’acqua sempre più alta (l’aspetto meno agevole dell’escursione in primavera, quando in genere piove molto), spesso procedendo bagnati fino alla coscia, scalando rocce lisce e viscide.
Questo richiedeva una concentrazione costante.
Dovevamo stare in guardia per evitare distorsioni o cadute.
L’ambiente fluviale circostante compensava abbondantemente la fatica.

Il Ponte Lupo: a valle della Cascata del Fosso dell’Acqua Rossa
Primitivo, popolato da varie forme di vita: pesci, anfibi, serpenti d’acqua, rapaci.
All’improvviso, dietro un ultima curva del fiume: la cascata!
Un maestoso flusso d’acqua di cinquanta metri scendeva dalla parete verticale, che chiudeva la stretta gola
(la più cascata dalla provincia di Roma e la più alta del Lazio non appartenente all’area appenninica).

A Valle della Cascata del Fosso dell’Acqua Rossa
Nelle mie molteplici avventure ammirai numerose cascate affascinanti: dalle montagne della Laga alle valli della Majella, dalle cascate della valle dei Mulini a Pontone (costiera Amalfitana) a quelle di Cerveteri e Castel Giuliano, a quelle norvegesi e alpine, alte, queste ultime due, centinaia di metri.

Tuttavia, questa cascata, pur non essendo la più alta o la più abbondante tra quelle viste, anche per via dell’approccio unico attraverso la gola e all’atmosfera selvaggia che la circonda, emanava un fascino primordiale.

A valle della cascata del Fosso dell’Acqua Rossa.
Come se fossimo i primi umani ad averla scoperta.
In quel momento mi tornò in mente il film new age con Kevin Costner, “Dragonfly – Le ali della libellula”.
Senza entrare in dettaglio, nel finale del film Costner si trova di fronte a una cascata simile in Amazzonia.
E tutto questo a meno di venti chilometri da Roma.
Insomma, se pensiamo che l’avventura sia lontana dalle strade trafficate e dalle comodità urbane, ecco cosa troviamo a pochi passi dalla metropoli.
Infatti, anche anche a pochi passi da una città affollata, la natura ha ancora molto da offrire a chi sa cercare.

A valle della Cascata del Fosso dell’Acqua Rossa.
Quindi, la prossima volta che avverti il richiamo dell’avventura, sappi che è più vicina di quanto pensi.
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A valle della Cascata del Fosso dell’Acqua Rossa.