
E’ possibile fare chiarezza in merito agli incentivi alle fonti di energia rinnovabili?
Dopo anni che mi occupo di sistemi di monitoraggio per l’energia e di efficienza energetica, mi accorgo sempre più che non si vuole fare chiarezza in questo settore, che si tirano in ballo dati imprecisi e che in sostanza tutti “la buttano in casciara”.
Bisognerebbe avere a disposizione dati oggettivi (che non vengono dati), studiare e ragionare, ma è faticoso.
Principale materia del contendere: è vero che in bolletta pesano gli incentivi alle fonti di energia rinnovabili?
Premesso che senza gli incentivi alle F.E.R. (fonti di energia rinnovabili) in Italia non ci sarebbe un solo pannello o pala eolica, bisogna chiarire che questi sono stati il frutto della solita logica: trasformare pochi soldi di molti (voce A3 in bolletta) in tanti soldi per pochi.
Infatti dietro newco italiane e fiduciarie straniere, che hanno investito in particolare con i primi 2 conti energia, ci sono un bel numero dei nostri politici (tutto legale ovviamente), che hanno arato migliaia di ettari di campi e installato i loro bei MW di fotovoltaico; e che hanno quindi adesso una cospicua integrazione alle loro pensioni. Per non parlare di fondi pensionistici anglosassoni ecc., ai quali per i prossimi 20 anni pagheremo le pensioni. E qui sta la spesa di 12 miliardi annui.
E ora, che chi doveva guadagnare lo ha fatto, possono anche smantellare il settore delle rinnovabili.
Mentre una programmazione energetica sensata avrebbe incentivato l’autoconsumo e basta: da 1 Kw fino a x KW a volontà. Importante che fosse realizzato per autoconsumo.
Riassumendo, gli incentivi non erano sbagliati. Solo che la nostra classe digerente (pardon: dirigente) non è stata in grado di attuare sensate misure di politica economica ed energetica. E per sovrammercato ora abbiamo una squadra di figli di puttana, a partire dall’ex “ministro” Zanonato (si fa fatica ad associare il sostantivo “ministro” a uno come Zanonato), che danno la colpa del costo delle bollette solo agli
incentivi alle fonti di energia rinnovabili, quando questi sono solo una piccola parte della gigantesca mole di tasse che gravano sulle bollette.
Vogliamo vedere gli altri costi in bolletta, stranamente non così pubblicizzati come gli incentivi alle fonti di energia rinnovabile?:
- le centinaia di milioni di euro dati nel tempo a Sogin, l’azienda “pubblica” dove lavorano numerosi parentiamiciamanti dei soliti noti (e non è l’unica ovviamente!), che avrebbe dovuto dismettere le nostre centrali nucleari, le quali sono invece ben lungi dall’essere smantellate
- i risarcimenti per gli investimenti – sballati – delle aziende elettriche (il capacity payment. Ne parleremo, perché è un’indegnità)
- i servizi tariffari sociali
- gli oneri per l’incentivazione delle fonti fossili e quelli per le fonti “ASSIMILABILI” alle rinnovabili, i famosi CIP6, ovvero oli e scarti della raffinazione del petrolio che vengono incentivati come se fossero delle fonti di energia rinnovabili. (Incentivi che avevano senso in un quadro totalmente diverso dall’attuale: con il nucleare appena spento, la crescita dei consumi, e la sottocapacità produttiva della rete; tutti fattori attualmente in controtendenza).
- l’energia praticamente regalata al Vaticano
- e ultimo ma non ultimo l’IVA su tasse e accise. Ovvero una tassa sulle tasse.
E poi il signor Zanonato e c. si guardano bene dall’evidenziare i costi indiretti che le fonti non rinnovabili producono sull’ambiente e sulla salute dei cittadini.
E si guardano bene dallo spiegare che i gas e la CO2 emessi dalle centrali convenzionali, pur se con tutte le precauzioni, hanno un impatto sui costi della salute che non paghiamo sulla bolletta, ma che paghiamo al servizio sanitario nazionale con le tasse, e che comunque paghiamo con danni alla salute.
E ancora: il signor Zanonato e c. si guardano bene dal correlare la produzione di energia da combustibili fossili con il cambiamento climatico. Tanto, alluvioni come le ultime (Gallura, Veneto, Gargano…) sono totalmente casuali. No? Non saranno mica causate dall’aumento della temperatura del mare…per non parlare infine del fatto che a Zanonato e c.nulla importa se continuiamo a dipendere per l’energia da personcine come i dittatori di Russia, Kazakistan et similia.
E a pensarci bene: gli incentivi per il fotovoltaico sono soldi che rimangono in buona parte in Italia. Non è così per le importazioni di combustibili fossili, che ci costano circa 60 miliardi di euro. Sono mille euro l’anno a persona che se ne vanno dall’Italia verso i paesi produttori.
Un’ultima nota: se invece degli incentivi (e dei fondi europei, dei bandi regionali complessi-lunghi-di incerto risultato ecc.), che sono sempre soggetti a discrezionalità, si dessero semplici detrazioni e deduzioni, sarebbe tutto più semplice e si toglierebbe potere e denaro alla burocrazia italiana e a quella ancor più perniciosa di Bruxelles.
Vedremo a seguire come può essere possibile investire sulle fonti di energia rinnovabile, ad esempio per il tramite della ME-MMT. www.ecososte.it
luigi plos
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