Avevo sempre pensato che il sistema delle gallerie etrusche di Formello fosse un unicum, finché gli amici Mauro e Pierpaolo, conoscendo il mio punto debole, non cominciarono a vellicarmi, parlandomi di un ponte sodo (ovvero galleria di utilizzo idraulico) a suo modo particolare presso Ceri, che qualche giorno prima non erano riusciti a percorrere interamente.
Non avevo trovato strano, sul momento, questa loro affermazione.
Io stesso qualche volta mi ero dovuto fermare in alcune gallerie a causa dell’acqua troppo alta, o di frane o, una volta, di una cascata interna che rendeva necessaria un’attrezzatura specifica.
Ora, già Ceri è bellissima, fin dal momento in cui appare solitaria e fortificata in modo cinematografico sul suo promontorio di roccia: un quadro di rara bellezza, immerso nell’incantevole campagna romana a ovest della capitale.
Ma sono i suoi dintorni a essere ancora più sorprendenti, come leggerete nel prossimo capitolo.
Nulla lascia infatti presagire che, nel terreno sotto la solitaria strada fra i campi aperti dove parcheggiamo, a poca distanza dal paese e a circa quindici chilometri dal GRA, ci sia un qualcosa che di unico e che, come mix di avventura, natura, archeologia e fascino, pongo fra i top five dei luoghi segreti a due passi da Roma.
Nella guida di prossima uscita troverai la descrizione per arrivarci da valle, in modo inedito.
Dal momento che da monte non è più possibile arrivarci per via di una frana.