Avendo abitato a Balduina dal 1993 al 2018, per venticinque anni avevo percorso il vicino Parco del Pineto (oasi di wilderness a duemila metri dal Vaticano e, chi ha letto le mie guide, ne conosce i siti più segreti, pur dentro Roma, a parte quello che stiamo per vedere) in lungo e in largo.
Un tratto di campagna romana quasi intatto, che racchiude al suo interno una serie di luoghi insoliti:
una sughereta degna della Sardegna, con gli alberi che si abbarbicano ad un terreno intensamente eroso, dal quale le radici sbucano come dita adunche di uno scheletro
le colline di sabbia, residuo del mare qui presente alcune centinaia di migliaia di anni fa
i numerosi stagni e ruscelli carichi d’acqua anche in estate, grazie a risorgive perenni che sbucano sovente fra le radici degli alberi
la visione e l’ascolto, garantiti, di lucciole e rane nelle sere estive,

Lo avevo percorso e, più che altro, corso, in particolare al tramonto con regolari incontri con ricci e volpi al tramonto.
Sapevo che nel XVII secolo vi era stata edificata Villa dei Sacchetti.
E sapevo che di questa villa non era rimasta traccia, a differenza, per esempio, della coeva Villa York, rimasta com’era, pur se con crolli e che somiglia alle incisioni dell’epoca la raffigurano simile a Villa York nella Valle dei Casali a Bravetta.

Constatazione avvalorata dal fatto che, all’interno del Parco del Pineto, non avevo mai trovato tracce della villa, a parte qualche resto di muro fra i rovi.
(Probabilmente l’attività delle vicine fornaci fu “stimolata” dai mattoni già pronti della villa).
Finché un dì la nostra Silvia Giachini mi avvisa che alcuni suoi amici l’hanno portata nientepopodimeno che al cospetto di un ninfeo. E, nello stesso momento, la stessa informazione mi perviene da Christian Nicoletta e dagli amici di “Cornelia Antiqua”.

Detto, fatto. Con in mano le coordinate e insieme a mia figlia, andiamo in cerca del ninfeo e lo troviamo dopo esserci calati lungo un pendio franoso e pieno di rovi.
Del ninfeo è rimasto poco. L’acqua non vi scorre più anche se vi sono tracce della risorgiva.
Ma l’impatto con le rovine nascoste è notevole e grande è il piacere di sentirsi dei novelli Schliemann, soprattutto per il fatto che andiamo a individuare rovine nascoste e dimenticate quasi a Roma centro.
