Quello che segue è un post particolare. È la storia della traversata dalla stazione di Palidoro a quella di Ladispoli in bicicletta, in cerca di luoghi dimenticati e suggestivi
lungo quello che è il mare di Roma.

La mia seconda attività sportiva preferita, dopo l’alpinismo, è quella di effettuare traversate in treno + bici in ogni angolo della penisola; un’operazione sempre più complessa, visto il progressivo smantellamento di tante linee ferroviarie secondarie, che va contro gli interessi della collettività e contro il buon senso.
Ad ogni modo, se tutte le strade portano a Roma, le linee ferroviarie, che partono a raggiera da Roma, portano “dappertutto”.
Per esempio a Palidoro.
Scendiamo con la bici alla stazione di Torre in Pietra – Palidoro, dopo essere partiti, appena venti minuti prima, da quella di S. Pietro.
Si tratta di una stazione particolare (e ne vedremo un’altra, particolare, fra poche righe): se usciamo dal fronte principale, quello che affaccia sull’Aurelia, ci troviamo davanti un borgo agricolo, quello di Palidoro, fortificato secondo il modello tipico della Campagna Romana: la piccola piazza con la chiesa, le caratteristiche costruzioni massicce, i cortili, le scale esterne per accedere ai piani superiori, torri e bastioni.

Se usciamo invece dalla parte opposta della stazione, ci troviamo davanti … un borgo agricolo tipico della Campagna Romana, gli edifici della Bonifica di Torre in Pietra, che integra armoniosamente quello principale.
Ogni volta che vedo questi insediamenti, mi prende la botta di nostalgia. Un tempo erano vitali e produttivi.
In essi vivevano contadini, pastori e artigiani, che, pur nelle ristrettezze, componevano una comunità, che è la cosa che manca al giorno d’oggi (le ristrettezze, invece, oggigiorno non mancano).
Un luogo simile mi sta particolarmente a cuore e si trova lungo la Flaminia Vecchia
Un altro luogo è Tenuta Massara, accanto al S. Filippo Neri.
Quando feci il sopralluogo per scrivere questo post, invano cercai la sterrata che avevo percorso tanti anni prima e che permetteva di passare dal comune di Fiumicino (Palidoro) a quello di Ladispoli (Marina S. Nicola).
Chiudere e privatizzare è un altro male dei nostri tempi.

C’erano due soli modi per effettuare la traversata verso Ladispoli: percorrere la trafficata e pericolosa Aurelia, oppure la spiaggia.
La scelta era piacevolmente obbligata.
Eccomi quindi raggiungere la piccola località balneare di Passoscuro e da qui continuare lungo la battigia.
Non fu semplice pedalare sulla spiaggia; spesso dovevo portare la bici a mano.
E poi, a un certo punto, togliermi scarpe e calze e guadare un fosso (anzi due).
In corrispondenza del primo guado mi apparve una vista d’altri tempi: la Torre di Palidoro, emergente dalla campagna.
Essa faceva parte del sistema di torri, volte a proteggere dalle scorrerie saracene.
Oggi si trova a circa duecento metri dalla spiaggia, ma un tempo era in riva al mare.
Giunsi quindi alla villa romana di Marina S. Nicola.

Qui imboccai un tratto molto piacevole in bici: strade poco trafficate fra i villini anni ’70 e poi l’ombrosa pista ciclopedonale, che porta al cospetto della stazione di Palo Laziale.
La stazione di Palo si trova praticamente nel nulla, eppure è imponente (e pensare che i treni non fermano più).
Il fatto è che un secolo fa qui c’era un borgo e vi partiva una diramazione per il piccolo villaggio di Ladispoli.
Oggi la diramazione non c’è più, perché Ladispoli, ingigantitasi in modo caotico, ha inglobato direttamente la linea principale, quella per Pisa, un tempo lontana dal villaggio.
Invece il borgo di Palo si è dissolto.
Scherzi della storia, come il fatto che duemila anni fa Roma fa era la città più grande della terra con oltre un milione di abitanti.
Mille anni dopo Roma era diventata poco più di un villaggio, mentre nello stesso tempo, dall’altra parte della Terra, un’altra città, Angkor, superava per la prima volta nella storia dai tempi di Roma imperiale il milione di abitanti.

Alla stazione di Palo Laziale scese, un giorno di aprile del 1927, il grande scrittore inglese D.H. Lawrence, per dirigersi, lungo una strada polverosa, verso Cerveteri, prima tappa dei suoi “Luoghi Etruschi”, il libro dove lo scrittore eterna il mistero e il fascino degli Etruschi.
Mentre pedalavo verso Ladispoli, avevo a sinistra la riserva del litorale romano con l’imponente castello di Palo, ultimo approdo di Caravaggio, prima della sua morte a Porto Ercole.
Questa escursione è solo una delle tante che possiamo fare in bici più treno, partendo da Palidoro.
Da questa stazione inizia infatti il regno dei ciclisti, ovvero l’inebriante intrico di strade bianche e di strade asfaltate senza traffico e panoramiche, che da Palidoro si snodano verso Tragliata e Torrimpietra, fino al Lago di Bracciano.
E poi, sempre da questa stazione, possiamo andare ai non distanti tumuli di Monteroni, alla caldara di Palidoro e allo stupefacente Ponte Coperto.
Foto di copertina: la Torre di Palidoro.

A chi va bene: a bikers balneari
Dislivello: irrilevante
Durata: 1 ora e mezza
Difficoltà: bassa. Un po’ faticoso il tratto sulla battigia
Periodo raccomandato: tutto l’anno
Treno + bici: si.
Picnic: si. Magari sulla spiaggia
Bambini: si. Se allenati
Joelette: no
Descrizione: scendiamo alla stazione di Palidoro e lasciamo da parte il regno delle biciclette, ovvero l’intrico di strade bianche e di strade asfaltate senza traffico e panoramiche, che dalla stazione di Palidoro si snodano in direzione del lago di Bracciano, passando per i Tumuli di Monteroni, la Caldara di Palidoro, il Ponte Coperto, Torrimpietra, Tragliata.

Essendo l’intero percorso su strade asfaltate, poco trafficate e ciclabili, e poi su battigia, per quest’itinerario vanno bene anche bici da corsa.
Dopo aver visitato il borgo di Palidoro e, a seguire, dalla parte opposta della stazione, i casali della bonifica di Palidoro, imbocchiamo via di San Carlo a Palidoro, fino a giungere sul lungomare di Passoscuro. Lo percorriamo verso nord, fin dove questo termina. A questo punto raggiungiamo la battigia e la percorriamo in direzione nord, superando i due fossi (all’altezza del primo c’è il panorama con la Torre di Palidoro). Giungiamo alla villa romana di Marina S. Nicola (41.926489, 12.125437).

Da qui per una serie di vie: Via Mercurio, Via Venere, via Marte, via Diana, giungiamo nel punto (41.935700, 12.111667 ) dove inizia il percorso ciclopedonale. Passiamo accanto alla stazione di Palo Laziale, lasciamo a sinistra l’oasi naturalistica, fino ad arrivare a Ladispoli dove si può riprendere il treno per Roma S. Pietro. Oppure si può arrivare sulla spiaggia e di lì, a piedi, al cospetto del Castello di Palo. Oppure si può arrivare in via delle Palme, a Campo di Mare (41.976199, 12.035149) e da lì, lungo la battigia, giungere all’isola di Roma, descritta nel prossimo capitolo, lungo un itinerario alternativo.
