
Ci sono, all’interno della cinta urbana, delle oasi di verde così selvagge, che si stenta a credere possano trovarsi dentro Roma: per esempio la Valle dell’Aniene fra Ponte Mammolo e Monte Sacro, la Valle dei Casali, l’Insugherata e tante altre.
C’è poi un pezzo di verde, stretto fra i palazzi di Balduina e i palazzi che si dipanano verso via Boccea, che si trova così vicino al centro di Roma che nel suo punto più alto si vede troneggiare la cupola di S.Pietro, distante meno di 2000 metri. Tuttavia, nonostante questa vicinanza al cuore della capitale, racchiude al suo interno luoghi straordinari, da me goduti in vent’anni di frequentazione, e che vado a enumerare:

- una sughereta degna della Sardegna. Con le radici che si abbarbicano ad un terreno intensamente eroso
- colline di sabbia, residuo del mare qui presente circa un milione di anni fa
- numerosi ruscelli e stagni mai asciutti, neanche in piena estate, grazie a risorgive perenni che sbucano perfino tra le radici degli alberi sul fondo della valle
- i ruderi supernascosti della lussuosa villa dei Sacchetti
- regolari incontri con ricci, istrici e volpi, facendo footing al tramonto
- visione gratuita delle lucciole e ascolto gratuito delle rane nelle sere estive.

E non è finita. Perché nel perimetro del parco del Pineto (ecco: ho detto il nome) è racchiusa una settima meraviglia, per di più segreta, che nemmeno i frequentatori abituali del parco conoscono, anche perché eccentrica rispetto ai tracciati principali.
Si comincia a scendere lungo il versante di una ripida e scivolosa collina boscata, che sembra uguale alle tante che si susseguono nel parco, si buca una serie di fastidiose macchie di rovi in sequenza, e ci si trova davanti a un incantevole piccolo lago di risorgiva.
Ecco il segreto: un laghetto che, grazie alla folta vegetazione che lo circonda, è intatto, selvaggio e sconosciuto, e si trova a poche centinaia di metri da casa mia e a poca distanza dal centro della metropoli.
purtroppo quella zona splendida non è più frequentare perché oramai possesso di insediamenti rom che hanno distrutto con le loro sporcizia buona parte di quella quella porzione di Parco
Purtroppo è vero, Lorena. 🙁