
Ormai lo sappiamo.
Praticamente ogni angolo della campagna romana regala intense sensazioni a chi sa coglierle e a chi cerca l’avventura.
Per questa nuova avventura, dopo avere a lungo vagabondato per i dintorni di Roma nord che, come avete più volte letto, sono meno antropizzati e quindi ricchi di luoghi segreti, ci troviamo dopo molto tempo a Roma sud.

Per essere più precisi, ci troviamo nei pressi di Tor Chiesaccia, l’imponente torre in selce, alta sulla Laurentina poco fuori il GRA, ormai quasi inglobata in una speculazione edilizia indecente e discutibile.
Ancor più che per altri luoghi segreti descritti in questo blog, è fondamentale prendere coscienza di quanto è fragile il territorio unico al mondo che circonda Roma, e opporsi pertanto ad altre devastazioni , come quella che sta appunto inghiottendo un sito bellissimo come Tor Chiesaccia.
A proposito di questa stupenda torre in selce, un giorno, essendomi ricordato che gli amici Laura e Milko mi avevano parlato di un piccolo lago all’interno di una cava di selce non distante da essa e non distante da via di Vallerano, decisi, al termine di un impegno lavorativo a Pomezia, di lasciare la macchina presso la Torre, di prendere pedule, pantaloni da rovi e bastoncini telescopici, sempre pronti nel bagagliaio, e di seguire le scarne indicazioni che ricordavo per raggiungere questo lago senza un nome particolare.

Un lago che, se l’avessi trovato, l’avrei chiamato Lago di Vallerano.

Passai a stento a lato di un cancello, ed entrai in una radura percorsa da un fosso.
Cominciai a camminare nell’erba alta; e dopo poco individuai la cava, e mi trovai davanti uno spettacolo ben più superbo di quanto mi avessero descritto gli amici.
Sarà che mi entusiasmo facilmente.
Ma vedere due falesie di roccia vulcanica che si fronteggiavano, e che cingevano delicatamente il piccolo lago variopinto e avvolto da fioriture sfavillanti (era inizio maggio) e da una fascia di canneto, con il gracidare delle rane a contorno, era incantevole.

A questo si aggiungeva il fascino che emanano i laghi di falda che riempiono il fondo di molte cave, come i laghi della mercareccia e i laghi di Salone.
Ovviamente un (ex) alpinista come me non poteva esimersi dall’arrampicare le pareti a picco. Esclusa quella a occidente del laghetto, che si trova in un terreno ancora più privato, individuai una ripidissima scarpata erbosa, che risalii a quattro zampe e che mi permise di giungere sulla sommità della rupe orientale, così da ammirare anche dall’alto l’incantevole specchio d’acqua.
Il lago di Vallerano si trova (al momento) in un ambiente integro
(chissà per quanto, visto che siamo appena fuori dal perimetro della riserva di Decima Malafede).
E distante in linea d’aria poche decine di metri dalla strada, e poche migliaia di metri dal GRA.

ahah! Grazie ancora delle info, Milko!