
Foto di copertina: particolare della Torre dell’Insugherata.
Cari avventurosi; per essere dentro Roma – cinque chilometri si e no dal Vaticano – questo è un itinerario più sorprendente di quanto crediamo.
E sono abbastanza certo che si tratta di un percorso inedito nella sua completezza.
Ci inoltriamo fra le abitazioni di via Castagnola a Monte Mario (80 secondi di mountain bike dalla stazione di San Filippo Neri) e in pochi minuti, senza accorgercene, ci troviamo in un bosco di essenze mediterranee, che sembra di stare chilometri lontani dalla metropoli.
Sempre nel bosco la traccia scende ripida e dopo poco atterriamo nella valle principale dell’Insugherata.

A proposito; l’Insugherata (io ci abito cinque minuti a piedi e infatti davanti casa mi ci passano i cinghiali, anche all’ora del teh) è un mondo di sabbie che sembra di stare in spiaggia – un tempo c’era il mare – di tracce di istrici, ricci, volpi e cinghiali, appunto, di specchi d’acqua stagionali detti trosce, ricchi di anfibi e insetti, di sughere e tanto altro.
Ma … ci arriviamo.
Mentre camminiamo, i palazzi sono spariti e gli unici rumori e odori sono quelli della natura.

Proseguiamo nella valle lungo la Via Francigena, ma in senso opposto a quello dei pellegrini, che spesso capitava di incrociare zaini in spalla in era precovid, mentre percorrevano la loro ultima tappa (delle loro 7/15/30 … tappe a seconda di dove partivano) e giungevano alla agognata meta ormai poco distante: San Pietro.
Detto questo, né i pellegrini, né la gran parte dei frequentatori della riserva, sanno che su una collina poco distante dalla Francigena esiste un suggestivo moncone di torre, di epoca probabilmente romana, presso il quale si gode una vista d’altri tempi.

E anch’io, decennale frequentatore di questa riserva, mai mi sarei discostato dal consueto percorso in direzione di questa torre invisibile, se non fosse arrivata la dritta dell’amico Matteo Ruinas.
Arrivati alla torre torniamo indietro, ma non fino al punto di partenza.
Prendiamo infatti un altro sentiero che ci porta in un altro luogo non comune, specie con la luce del tardo pomeriggio: le “Erosioni dell’Insugherata”.

Somigliano, dato lo stesso tipo di terreno, a quelle altrettanto straordinarie del poco distante Parco del Pineto e, come queste ultime, sono circondate da sughere chemancoinsardegna.
Ah! Riserva dell’Insugherata e Parco del Pineto formano un corridoio ecologico quasi senza interruzioni (anche per gli spostamenti degli animali selvatici; cinghiali per esempio. Eheheh) dal GRA fin presso il Vaticano e tutto all’interno del mio municipio: il XIV.

In questo ambiente irreale, di disfacimento, con un po’ di fantasia, possiamo perdere i punti di riferimento e immaginare di essere fra i calanchi che circondano Civita di Bagnoregio.
