Percorrendo per decenni l’autostrada Roma – L’Aquila – Pescara, diretto al mio parco giochi preferito, ovvero i monti di Laga, Gran Sasso e Maiella, a differenza degli amici con cui mi accompagnavo, venivo regolarmente colpito da tre particolari lungo l’autostrada (e il fatto per cui vedo particolari che gli altri non notano, è alla base del progetto “Luoghi Segreti a due passi da Roma”).

Il primo erano i laghi e le pareti rocciose, visibili poco prima del GRA, entrando a Roma: andati alla loro scoperta nella seconda guida, abbiamo visto che si tratta del ciclopico complesso delle Cave di Salone.
Il secondo era la parete rocciosa a picco sull’Aniene, che abbiamo visto, qualche post fa, essere il complesso degli acquedotti e degli eremi rupestri di S. Cosimato.
La terza era l’aliena sagoma del santuario della Madonna di Fatima, subito dopo il casello di Tivoli.

Un giorno del 2003 mi avventurai alle spalle del santuario: un cavalcavia sopra l’autostrada mi condusse nei pressi di un sentiero nascosto nella vegetazione.
In pochi minuti giunsi nell’incanto del Fosso di Ponte Terra.
(Ne accennammo nella terza guida, allorché vi scendemmo da S. Vittorino).
Sapevo che si poteva anche giungervi da Tivoli.
Così un giorno lasciai l’auto accanto alle ultime abitazioni della periferia di Tivoli, superai uno Stargate e mi trovai in un’altra dimensione.
Dopo l’ultima casa il sentiero, infatti, si dimostrava essere antichissimo e digradava ripidamente in un bosco sempre più folto, del tutto stonato rispetto alla strada, poco distante, dove avevo parcheggiato.

A un certo punto il sentiero entrava in una tagliata.
Un’ultima curva e all’improvviso apparve il Fosso di Ponte Terra.
Quando vi scesi la prima volta, grande fu l’emozione nel vedere questa gola lussureggiante. E lo fu anche questa volta, allorché la vidi dall’altro versante.
Quello che rende singolare questa forra, già di per sé magnifica, è il ponte di terra edificato dai Romani, una tecnologia progressivamente abbandonata nel tempo e che chiude la gola per tutta la sua larghezza.
Sempre geniali i Romani: scavarono due gallerie per far defluire l’acqua sotto il ponte di terra, ipotizzando il probabile interramento di una delle due.
E infatti, scendendo dal ponte sul fondo della forra, appaiono le due gallerie, delle quali una sola attiva dove scorre l’acqua, e l’altra interrata.
Questo ponte era probabilmente sulla strada fra l’antica Tivoli e l’antica Palestrina.

Ciao! cortesemente vorrei sapere come attraversare a piedi questo tratto per andare da San Vittorino (ponte Terra) all’altra parte, (vale a dire ai Colli di Santo Stefano) dato che mi piace fare escursioni e camminare. Purtroppo nonostante ci sono varie spiegazioni ed itinerari su internet e youtube ma non si capisce come fare all’atto pratico perché mancano foto e video relativi. Ti ringrazio se vorrai aiutarmi, a presto.
Ti mando email, Alessandro!!!
Ciao,
scusa ma non ho capito da dove partire da Tivoli, mi diresti una via? Mi farebbe piacere fare questa passeggiata!
Grazie mille
Voila, Lavinia, tratto delle due guide “60 nuovi luoghi segreti a due passi da Roma”!
3. Il Fosso di Ponte Terra da Tivoli.
Percorrendo per decenni l’autostrada Roma-L’Aquila-Pescara, diretto al mio parco giochi preferito, ovvero i monti di Laga, Gran Sasso e Maiella, a differenza degli amici con cui mi accompagnavo, venivo regolarmente colpito da tre particolari lungo l’autostrada (e il fatto per cui noto cose che gli altri non vedono, è probabilmente alla base di queste guide).
Il primo erano i laghi e le pareti rocciose, visibili poco prima del GRA, in direzione della città e a suo tempo vedemmo che si trattava del ciclopico complesso delle Cave di Salone.
Il secondo era la parete rocciosa a picco sull’Aniene, che abbiamo visto nello scorso capitolo (S. Cosimato).
Il terza era la sagoma tipo astronave aliena del santuario della Madonna di Fatima, subito dopo il casello di Tivoli.
Un giorno del 2003 mi avventurai alle spalle del santuario e, imboccato un sentiero nascosto nella vegetazione, giunsi in pochi minuti nell’incanto del Fosso di Ponte Terra. Sapevo che si poteva anche giungervi da Tivoli.
Così un giorno lasciai l’auto accanto alle ultime abitazioni della periferia di Tivoli, superai lo Stargate locale e mi trovai in un’altra dimensione.
Dopo l’ultima casa il sentiero, infatti, si dimostrava essere antichissimo e digradava ripidamente in un bosco sempre più folto, del tutto stonato rispetto alle abitazioni sovrastanti. Una via cava, a dimostrare la passata importanza di questo sentiero, un’ultima curva e, improvviso, il Fosso di Ponte Terra, lussureggiante come quando lo vidi nel 2003.
Quello che rende singolare questa forra, già di per sé magnifica, è, appunto, il ponte di terra edificato dai Romani (ne vedremo uno simile nel capitolo 16), una tecnologia progressivamente abbandonata nel tempo e che chiude la gola per tutta la sua larghezza, permettendo il transito dell’antica strada fra Tivoli e Palestrina. Alla base del ponte i geniali Romani scavarono due gallerie per far defluire il fiume, oltre che costruire il ponte mantenendone asciutte le fondamenta, ipotizzando il probabilmente interramento di una delle due, un backup ante litteram. Infatti, scendendo dal ponte sul fondo della forra, appaiono le due gallerie scavate nella roccia, delle quali una sola attiva e dove vi scorre l’acqua e l’altra interrata.
A chi va bene: a romantici acquatici
Dislivello: 50 metri
Durata: 1 ora
Difficoltà: bassa
Attrezzature richieste: scarpe con suola scolpita. Cambio in auto. Torcia per la galleria
Periodo raccomandato: tutto l’anno
Picnic: no
Bambini: si
Joelette: no
Bici + Treno: si. Grandiosa traversata tipo quella descritta nel capitolo 1, con partenza dalla stazione di Tivoli. Dopo essere scesi al fosso di Ponte Terra con le MTB, si risale il versante opposto, scatenandosi (non nel senso di rompere la catena della bici) sulle strade bianche di S. Vittorino. E precisamente da S. Vittorino si prende Via Crucis, che parte dalla piazza a destra del bar (41.913818, 12.789308). Si può arrivare a Gericomio (41.916699, 12.830490 ), un borgo agricolo che mantiene intatto il fascino della campagna romana. Si retrocede e si passa sopra il super Ponte S. Antonio, descritto nel capitolo 6 (41.903024, 12.830176) – attenzione alle vertigini – si gira a sinistra, si prende via Faustiniana prima e la Polense poi e si sale nuovamente sul treno a Lunghezza, oppure, continuando lungo la Polense, alla stazione di Tor Sapienza
Descrizione: lasciamo l’auto al termine di Via S. Vittorino (41.921428, 12.793670). A destra del cancello che interrompe la via un sentiero scende a destra fra roccette. Lo si segue e in circa dieci minuti si è sul Ponte di Terra. A questo punto, come per il capitolo 16, si può scendere sia a destra (attenzione) che a sinistra, per ammirare i due sbocchi della galleria ancora attiva, che, scendendo a sinistra, può essere percorsa integralmente. Volendo si risale il sentiero oltre il Ponte di Terra e si arriva al santuario della Madonna di Fatima e quindi a S. Vittorino