
I dintorni di Roma sono probabilmente unici al mondo, per il fatto di essere stati costantemente abitati per oltre 2.500 anni consecutivi da popolazioni (Etruschi, Falisci, Sabini, Latini, Romani, Bizantini, Goti, Longobardi…), che sempre vi hanno lasciato tracce del loro passaggio, arricchendone il territorio con castelli, mulini, gallerie, acquedotti e tante altre opere sconosciute e dimenticate in una natura sempre rigogliosa.
Tracce di come l’uomo nei millenni abbia cercato di addomesticare l’ambiente dove ha vissuto anche con mezzi scarsi, non devastandolo, ma addirittura rendendolo più bello.
E creando un paesaggio, che è non solo utilità ma anche bellezza.

Bene. Esiste un fiume che, percorrendolo a ritroso, ovvero da Roma dove termina il suo percorso verso la sorgente, permette di scoprire questo paesaggio, e luoghi sconosciuti straordinari.
No. Non è il Tevere.
E’ il Cremera. Il fiume degli Etruschi. Il fiume della battaglia fra Etruschi e Romani. E il mio fiume del cuore.
Cominciamo dunque!
Il Crèmera sfocia nel Tevere all’altezza del Labaro, presso la via Flaminia e il Grande Raccordo Anulare.
E già risalendolo per poche centinaia di metri, lo vediamo scorrere in una natura selvaggia, nonostante a poche centinaia di metri ci sia la trafficata Cassia Veientana.

Per fortuna la Cassia Veientana abbandona presto la lussureggiante valle del Cremera, bucando la catena di piccole colline, sopra le quali si snoda una delle strade più suggestive di Roma, Via Prato della Corte, e continuando in direzione di Viterbo.
Così il fiume può scorrere solitario in un ambiente che diventa sempre più impervio fino alle sorgenti (a parte il punto in cui sottopassa di nuovo la Cassia Veientana tra Formello e le Rughe), e accudire in tal modo sette luoghi segreti, sempre più vicini alle sorgenti.
Che sono:
1.I Bagni della Regina, ovvero le sconosciute terme romane presso Veio in ambiente fluviale stupendo, i cui resti spuntano dalle acque solo nei periodi di secca, a pochi chilometri dal GRA e ancora nel comune di Roma.
2. Il Ponte Sodo, la più celebre opera idraulica etrusca nei dintorni di Roma, e nonostante ciò senza sentieri che lo raggiungono. Lo troviamo lungo il fiume alcune centinaia di metri a monte dei Bagni della Regina. Se poi continuiamo lungo il fiume poco a monte di Ponte Sodo, vediamo il Crèmera aprirsi la strada tra le rocce e creare un insieme incredibilmente suggestivo di continui salti e piccole cascate.

3. Eccoci ancora risalire il Crèmera verso nord in direzione di Formello. Ci spostiamo a est, in una serie di fossi poco distanti, e troviamo una teoria di gallerie, scavate dagli Etruschi sempre per irreggimentare le acque, che è un qualcosa di straordinario. E in esse nuovamente assistiamo alla commistione dell’opera dell’uomo e della natura.

4. Ritorniamo lungo il corso del Crèmera, e dopo pochi chilometri giungiamo alla mola di Formello, che, pur non essendo segreta, va assolutamente vista per l’ambiente romantico che la circonda, con cascata d’ordinanza fra le rocce, e soprattutto per la corona di luoghi incantevoli e sconosciuti, come la misteriosa Grotte Franca, e come
5. Il Fosso della Torraccia e l’acquedotto etrusco.
6. Risaliamo ancora il Crèmera verso la sorgente, e arriviamo dopo circa 2 chilometri, inerpicandoci sulle rive scivolose di un piccolo affluente laterale, al mio luogo del cuore, la Cascata dell’Inferno, di cui tante volte ho scritto, che si trova nel luogo forse più magico e nascosto del Parco di Veio.

7. Infine, lasciando alla propria destra (la sinistra orografica) questo piccolo affluente laterale che nasce appunto dalla Cascata dell’Inferno, si continua ancora verso monte, e si arriva dopo circa mille metri alla cascata che chiude in maniera netta la forra del Cremera. Proprio da questa cascata si fa idealmente iniziare il corso del Cremera.

Poco prima della cascata terminale, sulla destra orografica, si giunge alla splendida galleria vegetale, che potete ammirare nella foto di copertina.
Peccato che a oggi, aprile 2018, sia molto difficile procedere lungo il corso del fiume verso la parete terminale, per via dei numerosi alberi che ostacolano il passaggio, abbattuti dalla grande nevicata del febbraio del 2012 e dalla terribile tromba d’aria del novembre del 2012.
I più esperti ed avventurosi possono comunque evitare di percorrere l’intera forra partendo dal Sorbo (per quanto ne valga la pena!) e calarsi direttamente, lungo una ripidissima traccia fra le rocce, sul fondo della forra a poca distanza dalla cascata terminale e dalla galleria vegetale.
A proposito; troverai informazioni più dettagliate su questi e altri luoghi segreti vicino a Roma nella prima delle tre guide ai Luoghi segreti a due passi da Roma.

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