
Filissano; un altro luogo segreto: il 35esimo.
Che risponde a tutti i requisiti richiesti per fare parte di questa rubrica:

- è praticamente sconosciuto anche agli stessi abitanti dei paesi circostanti;
- non ci arriva nessun sentiero
- anzi l’avvicinamento è particolarmente difficoltoso;
- è vicino a Roma (a soli 27 KM in linea d’aria dal GRA);
- è particolarmente suggestivo.
Avevamo visto qualche tempo fa il castello d’Ischia, e il Pizzo Jella: due incastellamenti falisci, e poi medievali; a poca distanza da dove siamo ora.

Caspita! Direte voi. Tre castelli nel raggio di pochi chilometri!
Bene; i castelli medievali, anzi incastellamenti (ovvero insediamenti abitati con fortificazioni, che in pratica sono sempre situati sopra precedenti siti falisci ed etruschi) negli immediati dintorni – e precisamente nel quadrilatero sghembo fra Mazzano, Faleria, Nepi e Civita Castellana (la città “incastellata” per eccellenza, a metà strada con una altro numero incredibile di castelli situati più a nord) – sono almeno una dozzina!

Così numerosi per il fatto, come già visto, che molti di questi erano parte di una serie di fortificazioni edificate contro le scorrerie dei saraceni. A protezione della ricca valle del Tevere.
E fra tutti questi castelli ricordiamo Castel Paterno, non distante da Calcata e Faleria, dove nel 1002 morì Ottone terzo a soli 20 anni. Il quale, se fosse vissuto più a lungo, avrebbe probabilmente cambiato (in meglio) la storia dell’Europa.

Terminata questa doverosa premessa, eccoci al castello di oggi: Filissano.
L’escursione comincia da Mazzano Romano. E per giungervi sono necessari:
quattro (4) guadi con l’acqua alla ginocchia (d’estate c’è meno acqua. Ma ci sono tafani e calura!)
scavalcamento di due cancelli
Per non parlare della difficoltà nell’individuazione del sito, dal momento che, venendo dal basso con un’entusiasmante e faticosa camminata in una forra selvaggia, questo è nascosto alla vista e appare solo all’ultimo momento.
Noi l’abbiamo trovato un pò per caso e un pò per intuito, dopo essere a lungo saliti e ridiscesi dai vari picchi che cingono la forra cercando il castello.

Giunti all’insediamento di Filissano però siamo stati ripagati da uno spettacolo strepitoso:
la torre si eleva a picco sul fiume, a terminare una lunga teoria di pareti rocciose incombenti sulla gola.

Subito dietro la torre un esile sentiero passa vicino a cavità da crollo, all’interno delle quali si individuano resti di abitazioni, e porta ai ruderi dell’abitato medievale. Che, tanto per cambiare, è di estrema suggestione, e la cui nota più caratteristica sono le numerose nicchie ogivali di stampo gotico.
E a completamento di questa fantastica escursione, dalla guglia dove è stata edificata la torre, la vista si apre su un complesso di gole e altipiani senza la minima traccia di abitazioni, strade, pali della luce, sentieri…niente di niente!
Siamo vicini a Roma.
Eppure potremmo essere nel medioevo; o ancora potremmo pensare di essere fra le colline metallifere toscane, considerate il luogo meno antropizzato della penisola italiana – escludendo ovviamente la magica Sardegna.

luigi plos
Per potere fare le relative escursioni sarebbe opportuno inserire nella descrizione delle loalità la planimetria di riferimento od idicare la mappa IGM di riferimento.
architetto Massimo D’INTINO
Ciao Massimo!
Lo so!
Pero, sai…mi piace lasciare sfogo alla componente avventurosa insita in ognuno di noi.
Personalmente ho trovato tutti questi luoghi senza alcuna indicazione/cartina.
E le indicazioni che trovi nelle guide dovrebbero essere sufficienti per arrivare!
Buone escursioni, Massimo!