
Esaminati nello scorso post i 5 problemi che io amministratore pubblico devo affrontare, come posso rendere produttivi i beni della collettività che mi sono stati affidati?
Visto che la cosa pubblica va gestita e vigilata, altrimenti va a rotoli. E che io voglio cambiare le cose, per quanto in mio potere.
Tre cose posso fare intanto per rendere efficiente l’ente che amministro.
1) Cambiare la mentalità, dal momento che sembra impossibile modificare alcunché.
Infatti se i budget fossero flessibili, e se io potessi quindi investire in opportunità che facessero poi risparmiare il mio ente in misura più che proporzionale, avrei risolto. Invece la definizione dei budget è scollegata da qualsiasi logica. E il complesso meccanismo di controlli, impalcato anche per far fronte alle note degenerazioni, scoraggia me e i miei colleghi pubblici amministratori dall’intraprendere altre strade meno normate, al punto tale che io amministratore pubblico e le persone che lavorano con me sappiamo di avere la vita molto più semplice, se facciamo come si è sempre fatto. E se ci guardiamo bene dal toccare alcunché.
2) Avere quindi a disposizione capacità progettuali, e non solo affibbiare tasse e accise (pur se costretto da Roma e da Bruxelles) alla comunità che amministro.
3) Con tali capacità progettuali innovare non tanto nelle tecnologie quanto nei processi, nella comunicazione, nei rapporti contrattuali e nelle modalità di approvvigionamento.
Per esempio avevamo visto nello scorso post l’opportunità di effettuare misurazioni tramite il monitoraggio, per controllare i consumi. Cosa che mi permetterebbe fra le varie di ottenere i certificati bianchi.
E una volta interiorizzato questo modo di operare con il monitoraggio, potrei declinare il metodo dell’efficienza da un settore misurabile come quello dell’energia al resto della struttura, arrivando a fare una vera building automation.
Bene. Come faccio a mettere in pratica questi tre punti?
L’abbiamo appena detto!
Cominciando a rendere efficiente energeticamente la struttura che amministro.
E raggiungendo quindi in tempi brevi i seguenti obiettivi:
- risparmi – e quindi guadagni – costanti e protratti nel tempo
- decoro delle strutture
- aumento del valore immobiliare; e quanto meno non un degrado
- miglioramento riguardo il comfort
- razionalizzazione degli interventi tecnici ecc.
Per riassumere (sperando che il fornitore che vende il combustibile alla P.A. non si arrabbi troppo per la perdita economica e vada dal suo amico politico a protestare)
il fatto di rendere efficiente a livello energetico il mio ente,
diventa il propellente che può rendere virtuosi anche gli altri settori.
Ovvero passare da una non gestione a una gestione energetica virtuosa e quindi a una gestione virtuosa complessiva.
rendere efficiente 1