
La ricerca dei luoghi segreti prosegue tumultuosa e le mie attenzioni sono di nuovo rivolte al parco di Veio, che mai finisce di stupirmi in particolare nella zona di Formello
e in quella di Sacrofano.
L’ho detto tante volte e lo ripeto: il parco di Veio, che si stende dalle ultime case di Roma nord in direzione di Viterbo, oltre a essere straordinario di per sé, è anche un scrigno di luoghi a loro volta straordinari, e sconosciuti, sovente, anche ad archeologi e naturalisti.
Per esempio, in merito a ciò che stiamo per vedere, non c’è documentazione, che io sappia.
Questa volta sono Diego e Francesco a farmi scoprire questi luoghi.

E la sorpresa non è solo la consueta suggestiva galleria, scavata nella consueta collina di tufo per irreggimentare le acque e perfezionata da una piccola cascata interna, ma trovare un coacervo di siti a pochissima distanza l’uno dall’altro, ognuno dei quali sorprendente.
Dopo la galleria con cascata inclusa, dove siamo entrati con una ripida discesa nel canalone con l’ausilio di una corda, rimontiamo i prati, saliamo sopra un un antico ponte a schiena d’asino, bellissimo specialmente con la luce del pomeriggio e che scavalca il sottostante fosso roccioso,continuiamo alcune centinaia di metri verso valle il fiume…
“ma…abbiamo appena detto che è un fosso, e tu, Luigi, lo chiami fiume?” Eh si. Sarebbe un fosso, ma, visto che è perenne, come tanti corsi d’acqua del parco di Veio, è un vero e proprio fiume…

…arriviamo in un’ansa dalle acque limpide e ci imbattiamo in una scala di ignota, ma sicuramente antichissima origine, scavata nelle rocce aggettanti sul fiume, che rende questo posto singolare e permeato di un particolare “genius loci”.
Niente male!
E poi rimane il tempo per un salto alle vicine solfatare o all’eremo di S. Silvestro!
Foto di copertina: la galleria etrusca.
