Quando cominciai a raccontare di luoghi nascosti vicino Roma, quasi dieci anni fa, eravamo quasi solo Marco e io a cercarli e scrissi praticamente da solo le prime tre guide.
Poi, come narrato nell’introduzione, in tanti hanno seguito i miei passi. Mi hanno quindi indicato la scrivania per mettere a fattor comune in queste guide le scoperte che loro facevano e sono così nate le due guide … e quest’ultima.
Però … Eddai!
Ogni tanto anch’io ho diritto a scoprire qualche sito originale e, più il sito individuato è singolare ed è vicino Roma, più fa punteggio nei confronti dei “concorrenti”.
Eccomi quindi ogni tanto alzarmi dalla scrivania e andare in cerca di luoghi segreti (oltre a essermi alzato per verificare quasi tutti questi novanta itinerari).
Per dirla tutta, neanche questo itinerario per palati fini è direttamente farina del mio sacco.
Per individuarlo, ho traguardato fra diverse fonti.
Prima il nostro Luca Bellincioni, che abbiamo conosciuto nell’introduzione, il quale un dì mi manda un telegram per chiedermi se conosco dei laghetti nella riserva di Decima Malafede che, dalle foto che mi allega, promettono molto.
Cado dalle nubi (Zalone docet).
Gli unici laghi della riserva di Decima Malafede che conosco, nella quale stiamo pascolando in questi capitoli, sono quelli della Solforata.
Come arrivare a questi suggeriti da Luca? Un esemplare di pura razza Roma Nord come sono io, nato e vissuto nel settentrione della capitale, che ha nausee e vertigini se cerca di superare Ponte Milvio in direzione di Roma centro, ha notoriamente difficoltà con la geografia, la lingua e i costumi degli abitanti del sud della metropoli. Per cercare questi laghetti mi avvalgo allora dei servigi di due ascari locali, che mi permetteranno, come saprete fra poco, di attraversare indenne questo territorio infido e scognito.
In un pomeriggio di tarda primavera i ricognitori indigeni Laura e Milko, usciti dai loro Tucul, aspettano Silvia (altra abitante di Roma Sud – meglio avere un intermediario) e me all’entrata del sentiero di fronte al Campus Biomedico. Per fortuna parlano l’italiano. Dò loro le perline, la sveglia da mettersi al collo e la bottiglia di barbour/acqua di fuoco che abbiamo pattuito e partiamo.
(In realtà con Laura abbiamo alle spalle “solo” venticinque anni di esplorazioni).
Quest’itinerario andrebbe fatto in MTB, come lo abbiamo percorso noi. Di seguito la descrizione per giungere in questo luogo segreto così singolare e dentro Roma.
Descrizione: se si è in bici è piacevole partire dal sentiero prospiciente il Campus biomedico: 41.769790, 12.467015.
Se a piedi, si parte dal Casale di Perna: 41.766177, 12.456265. Arrivate sotto il bunker del capitolo 71, 41.760075, 12.446525, e continuate in direzione dei laghetti le cui coordinate sono indicate sotto.
Dovreste chiedere il permesso di entrare nel consorzio, ma di solito non ci sono problemi.
In alternativa potete entrarvi da questo punto, sempre chiedendo il permesso: 41.723133, 12.456716.
Una volta entrati nel folto bosco planiziario di Trigoria, percorrerete l’intreccio di stradine fangose che tagliano la macchia in cerca dei laghi:
primo laghetto: 41.728774, 12.448652; secondo: 41.732785, 12.446103; terzo:
41.731679, 12.446449.
Dislivello: circa 50 metri
Durata: 1 ora e 15 in MTB. 3 ore e mezza a piedi
Difficoltà: media. Consigliabile in MTB
Treno + bici: avoja! E, poi, dalla stazione metro B Laurentina, lunghi tratti di ciclabile. Attenzione al traffico dall’incrocio con il GRA a via A. De Portillo
Bambini: si
Picnic: si
Joelette: no
Attrezzatura: da escursione semplice
Periodo raccomandato: autunno/inverno/primavera