Francesco, l’amico indigeno formellese, sodale di tante perlustrazioni, ci fa lasciare, un dì, l’auto a pochi chilometri da Roma, prende quindi il falcetto dal portabagagli e, precedendoci, sfalcia i rovi, in direzione del sito da lui scoperto con Diego.

Passiamo sotto l’immensa parete di una cava e, dopo pochi minuti, giungiamo al cospetto dei ruderi di Grotte Vecchiarelli, invisibili dalla vicinissima Cassia Veientana.
Come gli altri insediamenti dei dintorni, anche edificati intorno all’anno mille, ebbe vita breve.
Gli abitanti si ritirarono presto nei siti, meglio fortificati, di Formello e Isola Farnese, che, infatti, ancora oggi spiccano a nord di Roma sulle loro rupi.

In particolare spicca Isola Farnese, la maestosa porta meridionale del Parco di Veio: un luogo che si stenta a credere possa trovarsi all’interno del comune di Roma.
Grotte Vecchiarelli ha tutte le sue cosine.
In particolare la torre, fagocitata dalla vegetazioni e le abitazioni ipogee.
Il tutto è al solito di grande fascino, anche se a poca distanza rombano i motori della Cassia Veientana; e sembra di trovarsi di nuovo nella scena madre di Interstellar, già citata nel post dedicato al Ponte Sodino.
Grotte Vecchiarelli si trova, purtroppo, in terreno privato.
