“Esistono storie che non esistono.”

Diceva il grande Maccio Capatonda in Mai Dire Gol.
Ebbene; si può affermare che a Roma esistono luoghi che non esistono.

O, meglio, luoghi che si appalesano ogni tanto, come il villaggio di Brigadoon dell’omonimo film/musical, che appariva un giorno ogni cento anni.
Brigadoon era musica, danza, oblio, intervallo in una vita vorticosa, tradizione.
Brigadoon era tornare indietro nel tempo, come quando entrammo nell’emissario del lago di Nemi o nella grotta del brigante Rigo.
Del resto, praticamente tutti i circa centocinquanta luoghi segreti che abbiamo visto finora, sono, anche, un momento di sospensione in una vita stressante, e oblio.
A differenza del villaggio scozzese del film, non c’è un giorno preciso in cui i due luoghi che stiamo per vedere si manifestano.
E, per essere precisi, il fenomeno dei laghi effimeri non si ripete dalla primavera del 2015 (ebbene si, si tratta di due specchi d’acqua), ovvero dall’ultimo anno di precipitazioni regolari durante l’anno, con il picco a primavera.

Il primo lago, se attivo, è potenzialmente sotto gli occhi, tutti i giorni, di migliaia di automobilisti che percorrono Viale Ionio, venendo da via dei Prati Fiscali.
Per pochi giorni, nelle primavere particolarmente piovose, un anonimo prato in mezzo ai palazzi del quartiere Talenti diventa un pezzo di Camargue, o di Molentargius cagliaritano, trapiantati a Roma.
Centinaia di uccelli lo scelgono infatti come luogo di sosta: segno che le sue acque sono ricche di cibo.
Splendido è poi, sulla collina più alta, lo skyline del suggestivo comprensorio fra piazza Ischia e via Isola Bella che si specchia nelle sue acque (si tratta di una Garbatella di lusso, costruita nel 1926, estrema appendice della poco distante, onirica, Città Giardino).

Ad ogni modo, anche se il lago non si forma, è comunque piacevole camminare sul pratone e poi entrare nel comprensorio di via Isola Bella.
Il secondo “lago” effimero si trova appena fuori dalle mura aureliane, letteralmente alle porte del centro storico.
In un luogo già romantico di per sé come la Villa Borghese dei fasti nobiliari, con i suoi boschetti, i suoi lunghi viali alberati, il lago con gita in barca d’ordinanza, spicca un altro “lago” effimero, sul fondo della sempre verde Valle dei Cani, dominata dagli edifici liberty del giardino zoologico.
E con i riflessi delle querce nello specchio d’acqua il tasso di romanticismo sale alle stelle.
Se ricomincerà a piovere in modo regolare e non, per esempio come quest’anno (2019), che febbraio e marzo manco una goccia, poi maggio che sembrava Dublino e giugno che sembrava Il Cairo, potremo nuovamente godere, nelle prossime primavere, di questi spettacoli.
Altrimenti dovremo più che mai preoccuparci del cambiamento climatico in atto, nella vana attesa che se ne occupi la nostra classe dirigente (giuro che non lo dico più!).

Foto di copertina: il lago effimero di viale Ionio nell’aprile del 2015