
Efficienza Energetica e Paesi in Via di Sviluppo
Un anno fa montò la polemica per la quale sarebbe stato semplice per il Nicaragua e il Costarica arrivare in breve tempo alla totale indipendenza energetica da combustibili fossili, utilizzando solo rinnovabili, portando l’elettricità nella maggior parte delle abitazioni, creando posti di lavoro e finanziandosi con il micro credito.
Ci spiegarono che per questi due paesi la transizione verso le rinnovabili è facile, perché non hanno industrie e sono piccoli.
Mentre l’Italia è un paese con un forte tessuto industriale ed è molto più popolosa, e non può quindi fare a meno di energia prodotta da fossili, anche se le conseguenze sono quelle nelle foto a lato (la terribile nube di smog dell’ottobre del 2017).
In effetti l’Italia ha dieci volte più abitanti sia del Nicaragua che del Costarica ed è anche (anche se non sappiamo ancora per quando, se continua questa crisi strutturale) molto più ricca in industrie, spesso fameliche di energia.
Ma proprio per questo dovrebbe avere maggiori disponibilità finanziarie e capacità tecniche, per fare interventi strutturali sulle energie rinnovabili e renderle pervasive su tutto il territorio, visto che il progresso tecnologico le ha peraltro rese particolarmente produttive.
In realtà questo non succede, non tanto perché le industrie non possono dipendere dagli approvvigionamenti di energia provenienti da fonti soggette a sbalzi con le rinnovabili, quanto perché la nostra classe politica stoppa il loro sviluppo, che andrebbe a danneggiare la filiera del fossile, filiera alla quale è molto legata.
Oltretutto, continuando la permanenza in questo delirante sistema di cambi fissi e di scarsità di moneta, presa in prestito, a strozzo, da una banca privata straniera con sede in Germania, lo Stato, anche se vuole, non può fare piani di investimenti strutturali in energie rinnovabili e in efficienza energetica; per non parlare delle direttive provenienti dall’unione europea, volte regolarmente alle concentrazioni, che imperano infatti nel campo dell’energia e che danneggiano in modo sistematico l’industria italiana.
Con questo andazzo fra non molto saremo anche noi senza più industrie, come Nicaragua e Costarica.
E allora, chissà, avremo anche, forse noi il permesso, per accelerare la transizione verso le rinnovabili.
