Efficienza del patrimonio immobiliare
Un altro post di alti lai.
Abbiamo visto in alcuni articoli come in Italia non si voglia fare efficienza energetica per vari motivi.
E abbiamo visto come manchi in toto, e non solo nella classe dirigente, la percezione adeguata dell’importanza del tema dell’efficienza del patrimonio immobiliare per problemi già visti.
Risultato: c’è una netta predominanza di edifici nella bassa classe energetica G. Certo gran parte del patrimonio immobiliare risale a prima degli anni 70. E spesso sono edifici esteticamente notevoli (basti pensare, solo per Roma, a quartieri stupefacenti costruiti fra gli anni 20 e 40: la Città Giardino, Garbatella, parte dei Parioli, San Saba, alcune vie del Nomentano prospicienti villa Torlonia e Villa Paganini), ma che consumano quantità enormi di energia per riscaldamento ecc. anche rispetto a edifici di altri paesi europei con clima più freddo.
E grande è anche la percentuale di immobili, con classe energetica bassa, fra gli edifici recentemente ristrutturati, segno che le ristrutturazioni edilizie trascurano spesso e volentieri gli aspetti energetici.
Parleremo nuovamente dell’efficienza del patrimonio immobiliare, in riferimento alla bolla immobiliare, al cappio del patto di stabilità, all’inazione della politica, alla pubblica amministrazione ecc.
Per ora mi limito a far notare una delle tante contraddizioni con le quali abbiamo a che fare tutti i giorni: domani a Roma c’è la domenica ecologica. Ovvero non potranno circolare quasi tutti i mezzi di trasporto. Peccato che contestualmente, in questi giorni di temperature elevate, gran parte dei condomini romani, per ignoranza, per pigrizia, per mancanza di caldaie termoregolabili (ed efficienti) tenga accese le medesime e a tutto spiano, con aumento dei costi (in periodi di crisi!) e dell’inquinamento. Quindi:
- da una parte bloccano gran parte del traffico privato; cosa per inciso anche lesiva dei diritti (e parlo da ambientalista), tanto più che l’assicurazione e il bollo vengono pagati per tutto l’anno, e in più chi è autorizzato a circolare è spesso colui che si può permettere di acquistare modelli avanzati non soggetti al blocco
- dall’altra non si attiva nessuna politica per aiutare famiglie e condomìni a diminuire inquinamento e a risparmiare. Per esempio non c’è alcuna politica di incentivazione per favorire almeno l’utilizzo delle valvole termostatiche (l’operazione di risparmio energetico più banale).
Una nota di servizio che approfondiremo in seguito: quando si tratta di efficientare gli immobili pubblici, il legislatore insiste sull’obbligo di utilizzare i bandi Consip.
Peccato che questi bandi prevedano l’efficienza energetica come un sottoinsieme degli appalti giganteschi di Facility Management, che vengono vinti sempre dai soliti noti. I quali per inciso sono spesso quelli che anche forniscono energia, e nello stesso tempo la dovrebbero far risparmiare (oltre che essere quelli che controllano il proprio operato: ovvero conflitti di interessi a iosa).
Paradigmatica è a questo proposito una puntata di Report di circa 10 mesi fa, nella quale venivano dimostrate le pastette fra Consip da una parte e Manutencoop e Romeo dall’altra.
Per concludere, quando i banchieri centrali ci dicono che dobbiamo fare sacrifici (che sappiamo essere ingiusti), allora si perché “ce lo chiede l’Europa”.
Quando invece dobbiamo allinearci alle direttive comunitarie che impongono percorsi stringenti per aumentare l’efficienza del patrimonio immobiliare, chissà perché (ma i perché li abbiamo ripetutamente analizzati!) l’interesse sistematicamente cala! (Non sia mai che si dia fastidio a Manutencoop, Romeo e c.).

luigi plos
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[…] Continuiamo il discorso iniziato nel post ”efficienza patrimonio immobiliare“. […]