La nostra costituzione
(anche se è stata ferocemente violata in queste settimane. Ma ci sta. D’altra parte, con il rispetto dovuto ai morti, il tempo giudicherà se e quali errori sono stati commessi nel gestire a livello sanitario questa crisi e, soprattutto, se sia necessario massacrare, economicamente e socialmente, una nazione fra le più importanti della Terra)
così recita “ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche”.

Eppure ci sono diverse aree dove, chi cammina, è soggetto a limitazioni, ma non di tipo sanitario, ma perché, ad esempio, rischia di prendere un ramo in testa.
Non so se i padri costituenti per “motivi di sicurezza” intendessero il ramo in testa.
Altrimenti si dovrebbe anche vietare di andare in auto, fumare, bere alcool, mangiare grassi e fritti etc.
Limitazioni come quella portata ad esempio, sono banalmente dovute a conflitti di competenze fra comuni, parchi, regioni, che hanno spesso, altrettanto banalmente, a che fare con la mancanza di soldi per manutenere i territori.
(Ah! Non voglio più sentire che non ci sono soldi. Tutti ormai sappiamo che non c’è la miniera di euro sotto la banca centrale a Francoforte, dalla quale, a fatica, i minatori estraggono pochi euro al giorno, ma che basta cliccare il tasto di un computer, per creare il denaro di cui un popolo ha bisogno).
Insomma queste istituzioni scaricano le loro inefficienze sugli escursionisti.

appena fuori il comune di Roma.
Il fatto è che tu sai quando inizia l’ordinanza comunale che vieta l’accesso a un’area, ma non sai quando termina; spesso mai, perché risparmia comunque un’assunzione di responsabilità all’amministratore.
Quello che temo è un’altra cosa, ovvero che, avendo preso gusto alla “legge marziale” che ha messo agli arresti domiciliari un intero popolo, non lesineranno divieti di accesso in aree naturali “a rischio”.
Tanto, pensano, saremo abituati a ubbidire a ordinanze lesive della libertà e del buon senso.
E, poi, vuoi mettere quanto è più comodo, a parità di stipendio, proibire l’accesso a un’area, anziché lavorare per renderla fruibile?
Se penso che un tempo non lontano potevamo campeggiare liberamente su gran parte del territorio nazionale, potevamo lavarci nei torrenti, sentire l’erba umida e i versi degli animali.
Ora il campeggio libero è proibito praticamente dappertutto, a parte in alta montagna.

Foto di Matteo Bordini.
C’è, poi, un’altra categoria di persone, almeno intorno a Roma. che si scoccia se gruppi di escursionisti vanno a camminare in siti dove ci sono specie tutelate.
Sono gli ambientalisti integralisti.
Personalmente comprendo il loro punto di vista, dal momento che lo sono stato anch’io per decenni, sempre partecipando a battaglie, anche dure, a favore dell’ambiente.
Detto questo, pongo una riflessione:
“e … se la specie da proteggere fosse un’altra?”
Non ci pensiamo mai.
Ma esiste una specie che, per lungo tempo, è rimasta numericamente ridotta.
Ora sta aumentando di numero, nonostante azioni potenzialmente vessatorie.
Ed è una specie importante per l’ecosistema.

I suoi componenti si spostano nella natura.
Notano discariche abusive, presenti anche nei luoghi dove magari non si vuole che questa specie si muova.
Danno fastidio a bracconieri e, appunto, sversatori, che non si aspettano di trovare scocciatori mentre operano illegalmente in aree non frequentate dall’uomo.
Portano sovente con sé sacchetti di plastica, per raccogliere rifiuti di piccola dimensione.
Andando a camminare vicino casa, riducono l’inquinamento e le spese.
E capita che i soldi risparmiati in benzina e autostrade, li spendano in attività all’interno della comunità nella quale vengono a trovarsi, acquistando prodotti e pranzando in ristoranti della zona.
Capito chi è questa specie?

Ma siamo noi, escursionisti fuori sentiero!
Siamo ficcanaso che andiamo a piedi e notiamo misfatti contro la natura che, chi è preposto, magari non vede.
Frequentiamo e amiamo ciò che ci circonda e salvaguardiamo in tal modo le nostre radici, il nostro capitale culturale e ambientale.
Potremmo quasi essere considerati delle guardie ambientali.

E poi … ma scusate!
In un paese dove è stato approvato il delirante TAV in Val di Susa (un orrore antieconomico e dal devastante impatto ambientale, dal quale non sarà possibile tornare indietro una volta provata la sua inutilità) con l’appoggio di TUTTI i partiti – anche di quello che faceva finta di essere contro – che ci vincola, fra l’altro, a un modello di mobilità sorpassato dagli eventi.
In un paese dove è stato autorizzato il passaggio del devastante TAP in Puglia, che ci vincola, fra l’altro, a un modello di consumo di fossili sorpassato dagli eventi (e vogliamo parlare delle trivelle?).
In un paese dove è ancora permesso cacciare con cartucce di piombo che, a milioni, restano sul terreno. Con il risultato che uccidono, una volta inghiottite per sbaglio, gli animali scampati ai pallini.
In un paese dove, invece di premiare chi rottama un’auto, lo si costringe a pagare (oppure si creano problemi a chi conferisce nelle isole ecologiche) e capita quindi che chi non ha soldi o non ha scrupoli, si disfa della macchina gettandola in un fosso dopo la denuncia di furto. Sono le carcasse di auto che troviamo noi, nei luoghi dove magari non vogliono che andiamo a camminare. Il fatto è che si tratta di zone che, data la difficoltà di accesso, sono predilette da coloro che scaricano illegalmente, che sanno di potervi operare in tranquillità.
In un paese dove fioriscono cave e discariche più o meno abusive.
In un paese dove gli scempi urbanistici non si fermano, perché dicono, almeno a Roma dove abito, che bisogna onorare i contratti in essere con i costruttori … e che diamine! Ma ci sono sempre contratti in essere? A cosa serve votare forze politiche che hanno in programma cemento zero, se poi non fanno nulla, visto che i costruttori hanno sempre i permessi per costruire?
In un paese dove in giganteschi e inutili centri commerciali, che distruggono le economie locali, viene incentivato l’ acquisto di merce a basso costo che ha girato il mondo, partendo magari dalla lontana provincia cinese dell’Hubei (quella con capitale Wuhan), e che è stata probabilmente prodotta in modo intensivo e sfruttando la manodopera.
In un paese dove vengono privatizzate sorgenti potabili e termali.
In un paese dove vengono costruite strade, impianti sciistici, dighe, stravolgendo la naturalità dei luoghi, senza aver fatto un’adeguata analisi costi-benefici che tenga in conto i costi ambientali.
… che faccio continuo?

Insomma, in un paese con tutti questi crimini verso l’ambiente e la collettività, vi concentrate sull’eventuale danno che possono fare, in zone difficili da raggiungere, gruppetti di escursionisti?
Sarebbe come se – vado di fantasia ovviamente – durante un’epidemia, medici, infermieri e forze dell’ordine si trovassero a corto di mascherine e tutti dessero la colpa dell’aumento dei contagi, non, soprattutto, a chi governasse quell’ipotetico paese, mostrando incapacità nel far arrivare le mascherine dove servono, ma a qualche runner solitario.
E allora, forse, c’è bisogno di questa specie, senza temere che qualche scarpone e bastoncino telescopico danneggino luoghi che subiscono aggressioni ben più gravi.
Piuttosto questa specie, che entra in contatto ambienti fangosi, acquatici, “scarrupati”, senza sentieri, difficilmente accessibili, dove non va la massa, è intrinsecamente interessata a preservarli, anche perché conoscendoli, impara ad amarli.
Dai! Proteggeteci, piuttosto. Non toglieteci anche la gioia di andare nella natura selvaggia. Non creeremo danni all’ambiente. Anzi!

Foto di copertina: nel Fosso del Peccato a Calcata (30 Km da Roma).
P.S. questa specie ha ripulito, con la collaborazione dello stesso sindaco di Formello, due dei luoghi descritti nelle guide ai “luoghi segreti a due passi da Roma” che ho scritto, ovvero la galleria etrusca presso via di Gobbi e l’acquedotto della Torraccia, che si trovano in zone difficilmente accessibili. La prima dai rifiuti gettativi dai pozzi di servizio dell’antica opera idraulica, il secondo dai rovi.
Ah! Sempre questa specie ha ripulito un tratto dell’antichissima e dimenticata via Cornelia e poi, tante, tante altre attività di questo tipo.

La pulizia della galleria etrusca presso via di Gobbi a Formello.
Perché la TAP è devastante e il porto di Melendugno (a due passi dalla uscita della TAP di San Foca) invece non lo è? Lei ricorda una qualche manifestazione di No Melendugno? Questo è un esempio, potrei elencarne un congruo numero.
Lei dice cose non banali nel suo blog, ed è un peccato che si perda in queste cose trite e ritrite (la Tap è finita e la sfido ad accorgersi che qualcosa è cambiato a San Foca). Non ha mai avuto il sospetto che la scelta degli obiettivi a volte siano “indirizzati” magari da chi vuole che il gas arrivi da una parte (azzardo a dire Russia) piuttosto che una altra (azzardo a dire Kazakistan). Quei partiti, immagino si riferisca ai 5s, che prima erano contrari e poi, una volta al governo, a favore, non sono stati “pagati da qualcuno” ma probabilmente si sono resi conto che qualche cosa prima non tornava. Continui la prego a insegnarci sentieri segreti e continui a dar voce a chi la natura la vuole vivere in modo cosciente e responsabile (quanto desidererei un campeggio in solitaria sui monti di Tolfa) è dimostri la sua libertà di giudizio separando la malerba ideologica dal grano della ragione.
Se il 5S però in campagna elettorale era contro il TAP e ora a favore, quanto meno vuoi dire che prima non aveva studiato la situazione e quindi è superficiale.
E il TAP ci tiene cmq soggiogati a combustibili fossili di paesi stranieri (spesso dittatoriali), invece di puntare al massimo verso l’autonomia energetica nel nostro paese.