La mola di Mazzano Romano

Questo capitolo ispira due riflessioni.

La prima è che i turisti lambiscono appena le anonime case di Mazzano moderna, per fiondarsi verso le trattorie della vicina  Calcata.

Il fatto è che pensano che Mazzano Romano sia solo questo grumo di abitazioni anonime.

D’altra parte non vedono alcun nucleo antico a dominare quello moderno, come si solito capita e non immaginano, quindi, che Mazzano Romano abbia un centro storico.

Presso la mola di Mazzano Romano

Invece il centro storico c’è ed è anche incantevole. Solo che è invisibile.

O, meglio, diventa visibile se, anziché andare in salita come succede di solito quando si va in un centro storico, scendiamo una strada ripida fino a trovarci davanti a poche case antiche e aggraziate, aggrappate alla rupe sulla quale fanno presa le immense mura che sorreggono il palazzo baronale dei Biscia e che compongono Mazzano Romano antica.

Dopo essere entrati nell’arco nelle mura ed avere visitato questo incanto, scendiamo fino al Treja e camminiamo sopra l’antico ponte.

Oltre questo gli escursionisti, leggono il cartello che illustra i sentieri e si spartiscono velocemente fra chi prende il sentiero che sale e che giunge la rinomata Calcata e chi gira a destra a risalire il Treja verso l’altrettanto rinomata Montegelato.

Il centro storico si specchia nel Treja presso la mola di Mazzano Romano

Eppure, se si soffermassero a guardare il fiume verso valle, noterebbero qualcosa di singolare: le acque si allargano a formare una sorta di lago dove si riflette (nelle ore del mattino) il palazzo dei Biscia.

Ma come è possibile che il fiume si allarghi così tanto?

Ecco allora che l’escursionista incuriosito camminerebbe lungo il fiume per capire l’arcano.

E scoprirebbe una diga a pelo d’acqua e un canale laterale scavato nella roccia con una serie di cascate, con le quali il fiume supera il dislivello creato artificialmente.

Un insieme di chiuse e canali del XVI secolo che regolavano il flusso dell’acqua verso un mulino, purtroppo crollato solo pochi anni fa.

Presso la mola di Mazzano Romano

Ed ecco la seconda riflessione: i mazzanesi non lo ritengono un sito così spettacolare e degno di attenzione per i turisti, che corrono quindi senza fermarsi sulla provinciale in direzione di Calcata.

Invece è una commistione quasi unica di natura e opera dell’uomo, pochi minuti a piedi da un centro storico di grande fascino e, in più, nascosto. 

Descrizione: si parcheggia prima del centro storico di Mazzano Romano (in fondo alla discesa) e si scende a piedi al ponte sul Treja: 42.200845, 12.402599. Oltre il ponte il cartello indica l’inizio dei sentieri per Calcata, che sale davanti a noi, e per Montegelato, a destra (capitolo … ).

Noi invece andiamo a sinistra lungo la destra orografica del Treja per alcune decine di metri, fino a giungere a picco sulla diga e sul sistema di canali della vecchia mola: 42.201476, 12.403542.

Da andare avanti e indietro per ammirare il fiume da diversi scorci.

Presso la mola di Mazzano Romano

Dislivello: circa 50 metri

Durata: 30 minuti

Difficoltà: bassa. Attenzione a sporgersi per fare foto alle strutture idrauliche

Attrezzature: da escursione semplice

Treno + bici direi di no. Stazioni troppo lontane

Joelette: si

Bambini: si

Picnic: si

Periodo raccomandato: tutto l’anno. In particolare in autunno e in inverno per i colori

Presso la mola di Mazzano Romano

Di luigi plos

57 anni, con una figlia di 21, ho sempre avuto una grande passione per l’avventura, che ho cercato per molto tempo in alta montagna e, negli ultimi anni, vicino Roma. Fin da ragazzo rimasi infatti sorpreso dalla smisurata quantità di luoghi segreti a due passi da Roma. Così, dopo oltre vent’anni dedicati all’alpinismo e all’escursionismo di buon livello ho cominciato, nel 2011, a perlustrare in modo sistematico il territorio dove vivo (cosa che peraltro avevo sempre fatto), conoscendolo in modo sempre più approfondito. Questa conoscenza si è concretata in circa cinquecento articoli postati su questo blog, in cinque guide escursionistiche e tanto altro. Il tutto sempre inerente i luoghi sconosciuti e straordinari intorno alla capitale e il tutto intervallato da riflessioni su politica, ambiente, clima, energia (il risparmio energetico è l'altra mia occupazione).

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