Coronavirus e Turismo di Comunità - fra le crete senesi

Nello scorso post ho, al solito, criticato la globalizzazione e la gabbia dell’euro, che hanno costretto fra l’altro migliaia di imprenditori del Nord Italia, per non chiudere le loro aziende, a delocalizzare: dai paesi dell’Europa orientale fino alla remota regione asiatica con epicentro Wuhan.  

Chi ci governa, deve ora agire in modo opposta a quanto ha fatto negli ultimi vent’anni (anche se per me rimarrà inerte): riportare, subito, le fabbriche in Italia.

Coronavirus e Turismo di Comunità - comunità altoatesine
Coronavirus e Turismo di Comunità – comunità in Val di Non – Trentino –
al confine con l’Alto Adige.

Un altro settore che la politica deve, ora, mettere in sicurezza, è il turismo in tutte le sue forme.

Sorprenderò chi mi conosce. Ma non ambisco alla scomparsa del turismo a lungo raggio, nonostante sia da sempre un localista hard, sia contrario a inquinanti crociere e voli transoceanici e propaghi l’importanza di conoscere il territorio dove si risiede.

Peraltro ho tanti amici che operano in questo settore e stanno affrontando una crisi durissima. Alcuni il lavoro l’hanno già perso, probabilmente per sempre.

D’altra parte penso sia inevitabile il travaso verso un turismo più sostenibile, e meno costoso, e l’epidemia, probabilmente, ne accelererà i tempi.

Coronavirus e Turismo di Comunità - la campagna romana
Coronavirus e Turismo di Comunità – la campagna romana

E, a questo proposito, mi torna in mente quanto narrato dall’imprenditore Farinetti.

Egli, pur se con alcune imprecisioni, usa il pensiero laterale, la visione e l’immaginazione che distinguono i tanti imprenditori italiani di livello: quelli che rendono l’Italia conosciuta nel mondo.

Farinetti racconta che esiste un paese sulla Terra situato a una latitudine pressoché perfetta, a metà fra polo ed equatore e, quindi, perfettamente temperato, con ulteriori caratteristiche che lo rendono unico.

Si trova infatti all’interno di un mare chiuso, di per sé bellissimo, che lo circonda da tre lati su quattro ed è interamente percorso da una catena montuosa ininterrotta e una serie infinita di colline.

Solo in tale paese esiste, per via di questa concomitanza, una miscela di irraggiamento solare/temperatura/umidità/brezze di mare-monte-collina/, che, unita alla mano sapiente di cento e passa generazioni, ha dato il via alla diversità enogastronomica, che a livello qualitativo e quantitativo non ha pari al mondo. Tanto che le prelibatezze di questo paese sono in realtà inimitabili.

E quest’unicità climatica ha anche dato vita a una biodiversità che ha dell’incredibile.

Coronavirus e Turismo di Comunità - la festa in onore di Boccaccio a Certaldo
Coronavirus e Turismo di Comunità – la festa in onore di Boccaccio a Certaldo

A quanto affermato da Farinetti, aggiungo che il mondo intero, in particolare quello occidentale, adora, oltre alla cucina, anche la moda e le arti, quasi sempre nate e fiorite in questo paese.

Aggiungo, poi, che, l’essere stato per millenni al crocevia fra oriente e occidente, ha reso questo paese unico per il numero e la ricchezza delle civiltà che vi hanno dimorato in tremila anni e ha dato origine all’impero più celebre di tutti i tempi e alla religione più pervasiva e potente di sempre. Un paese dove la geografia ha fatto la storia.

Mmmhhhh … avete intuito di quale paese stiamo parlando?  

Dai! Questa è la volta buona che noi italiani comprendiamo di abitare in una nazione,  che ha la diversità culturale e ambientale pari a quella di un intero continente.

Ecco allora che si aprono le praterie per il turismo di prossimità e per un suo corollario: il turismo di comunità.

Il turismo di comunità si rivolge ai turisti attratti dall’autenticità dei luoghi, dalla genuinità dei rapporti umani, dalla specificità della cultura e delle tradizioni locali del territorio che desiderano visitare.

Esso può svilupparsi più facilmente nei territori marginali, anche perché, di solito, sono più intatti a livello culturale e naturale.

Coronavirus e Turismo di Comunità - la Val Venosta in Alto Adige
Coronavirus e Turismo di Comunità – la Val Venosta in Alto Adige

A me, per esempio, piace soggiornare in Alto Adige, dove la comunità locale non si piega alle esigenze del turista – tipo che, o mangi alle sette di sera o salti la cena – e si sforza di mantenere le tradizioni.

Un esempio eccezionale di turismo di comunità è Bevagna, dove gli abitanti hanno dato nuova vita ai lavori artigianali, che nel medioevo venivano svolti in paese (e non relegati nelle aree industriali) e tutti potevano ammirare la maestria con la quale nascevano prodotti, sovente desiderati da tutti i paesi dell’epoca (il Made in Italy).

Gli abitanti di Bevagna hanno creato una comunità intorno al genio dei loro antenati e di questo ne godono anche i turisti, i quali, passeggiando per il paese, possono tornare indietro nel tempo.

Coronavirus e Turismo di Comunità - Monteriggioni
Coronavirus e Turismo di Comunità – Monteriggioni

Vogliamo accennare anche a Bologna? Che divenne a un certo punto la capitale europea del tessile, con il connubio fra la perfetta rete di canali provenienti dalle imponenti opere di canalizzazione del Reno e le centinaia di macchine, prudentemente allocate all’interno delle mura.

Sicurezza nella progettazione, qualità nell’esecuzione, funzionalità, capacità di guardare al futuro, genio, bellezza. Tutto al massimo livello come in nessun altro paese al mondo.

A Bevagna, come a Tuscania, come a Monteriggioni, poi, come in cento altri centri, è la storia che dà spettacolo, con gli spazi chiusi e aperti rimasti spesso identici da centinaia di anni.

Questo è il turismo di comunità: esperienza, emozione, recupero dei rapporti sociali.

E qui, amici e colleghi che operiamo nel turismo, ci si aprono le praterie.

Nella foto di copertina: paesaggio presso Asciano.

Coronavirus e Turismo di Comunità - Toscana
Coronavirus e Turismo di Comunità – Toscana

Di luigi plos

58 anni, con una figlia di quasi 23, ho sempre avuto una grande passione per l’avventura, che ho cercato per molto tempo in alta montagna e, negli ultimi anni, vicino Roma. Fin da ragazzo rimasi infatti sorpreso dalla smisurata quantità di luoghi segreti a due passi da Roma. Così, dopo oltre vent’anni dedicati all’alpinismo e all’escursionismo di buon livello ho cominciato, nel 2011, a perlustrare in modo sistematico il territorio dove vivo (cosa che peraltro avevo sempre fatto), conoscendolo in modo sempre più approfondito. Questa conoscenza si è concretata in circa seicento articoli postati su questo blog, in sei guide escursionistiche, oltre 160.000 followers su Facebook e tanto altro. Il tutto sempre inerente i luoghi sconosciuti e straordinari intorno alla capitale e il tutto intervallato da riflessioni su economia, politica, ambiente.

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