Bene. E’ terminata la stagione degli Acqua Trekking.

E in questi mesi ci siamo fatti prima lo strapicchioso Acqua Trekking a poca distanza da Castelnuovo di Porto.
Poi l’Acqua Trekking lungo il Crèmera, sempre a nord della città e, poi, un terzo super acqua trekking, appena a est della città.
Queste tre escursioni sui generis hanno, tutte, un particolare mix di avventura/wilderness/archeologia, e si svolgono, volta per volta, all’interno di forre impervie, fra grotte, rocce variopinte, frizzanti sorgenti potabili, idromassaggi e … anche una nuotata imprevista presso Castelnuovo di Porto.
(La foto di copertina è stata scattata presso Castelnuovo di Porto: una conca in genere con poca acqua, nel corso dell’estate si è misteriosamente colmata, il livello dell’acqua è salito a oltre due metri, formando una vera piscina sotto le rocce e la cascata).

“Maaa Luigi, se gli acqua trekking sono così ganzi, perché ne hai descritti solamente tre?”
Beh! Premesso che in realtà ce n’è qualcuno in più, se vogliamo considerare anche i forzati sguazzamenti/infangamenti per esplorare le gallerie etrusche, il Ponte Coperto e il Fosso Rigomero, il fatto è che, “a due passi da Roma”, è complesso organizzare acqua trekking, soprattutto se vogliamo mantenere un livello paragonabile ai tre sopra descritti.
A differenza delle altre modalità in cui si declina l’escursionismo (bici, canoa, ciaspole ecc.), l’acqua trekking non può essere peraltro preparato a tavolino per il tramite di Google Earth, visto che fossi/fiumi sono ricoperti dalla vegetazione ed è quindi impossibile capire dall’alto se sono percorribili.

L’unico modo per scoprirlo è perlustrare i fiumi in modo sistematico, così da vedere se rispondono ai seguenti requisiti:
- non ci devono essere troppi rovi (e spesso bisogna usare la roncola. E spesso ho dovuto darci sotto con la roncola, per rendere questi acqua trekking fruibili)
- non ci devono essere cascate/salti di roccia che interrompano il percorso e, comunque, deve essere possibile aggirarli
- ci devono essere vie di fuga in caso di incidenti
- l’inizio e la fine del percorso non devono essere fra loro né troppo vicini, né troppo distanti
- l’itinerario, in particolare per un gruppo, deve essere piacevole, selvaggio, faticoso il giusto, sorprendente.

Tante volte pensavo di avere individuato accessi giusti, che poi si sono mostrati errati.
Altre volte mi sono imbattuto in matasse di rovi impossibili da recidere.
Altre volte in salti di roccia non superabili neanche aggirandoli.
Solo per rendere fruibile l’acqua trekking lungo il Crèmera, ho dovuto compiere diverse perlustrazioni.
Per chi, ad ogni modo, si voglia sbizzarrire, ci sono gratificanti acqua trekking non proprio a due passi da Roma.
Eccone alcuni a distanza crescente da Roma, per i quali garantisco personalmente:

- lungo il Mignone a monte e a valle della piscina naturale descritta nell’apposito post
- lungo il Farfa: da Granica verso monte
- lungo il Rio Petescia a Turania
- lungo il Fiora fra Lazio e Toscana (che, come per il Farma, sotto descritto, fu oggetto di attendamenti estivi con gli amici e i rispettivi figli, fra vicine terme calde en plein air, falò e barbecue)
- lungo il Farma, fra Grosseto e Siena, dalle cascate calde di Petriolo a risalirlo in un crescendo di piscine tuffabili e balneabili
- fino all’acqua trekking nel luogo più straordinario che abbia mai visto: lungo il fiume Cassibile all’interno dell’omonima Cava Grande, a poca distanza da Noto, in Sicilia.
E ora attendiamo frementi l’estate del 2020, per ricominciare, sperando in piogge normali e in captazioni non eccessive.
Foto di copertina: nuotata inaspettata nel fosso dell’Ogliararo – Castelnuovo di Porto. Foto di Angela D’Achille.