



Assistetti alle fasi 3 e 4 nel corso di acqua trekking, durante i quali giunsi spesso anche al cospetto della magnifica cascata dell’Ogliararo, scoperta grazie a super Luigi Perini e anch’essa sempre carica d’acqua, nonostante fosse estate.
Avevo sempre trovato, davanti a questa cascata/idromassaggio naturale, una piccola ansa con circa cinquanta centimetri d’acqua.
Un idromassaggio, per inciso. per nulla freddo. Chissà, forse per l’effetto dell’irraggiamento lungo il percorso del fiume sommato all’attrito delle gocce d’acqua.

Il 3 agosto 2019, con lo stesso gruppo con il quale avevo assistito circa due ore prima alla quarta metamorfosi della cascata della Mola di Mezzo, scendiamo alla cascata dell’Ogliararo, pronti allo sguazzamento finale.
Osservo la cascata: qualcosa non mi quadra, ma non capisco cosa.
Entro in acqua, vado verso la cascata per l’idromassaggio di rito e … traaa! Sprofondo.

Ci sono almeno due metri d’acqua dove venti giorni prima ce n’erano cinquanta centimetri.
Tocco il fondo, riemergo e, con alcune bracciate nella splendida piscina naturale che si è creata, raggiungo la cascata.
Se non ci fossero le foto, direi che si era trattato di un sogno.
La pioggia della settimana precedente spiega a fatica quell’autentica meraviglia naturale, creatasi in così poco tempo.
Forse una bomba d’acqua aveva spazzato via il fango e a svuotato, quindi, la conca rocciosa sotto la cascata.
La stessa pioggia aveva anche, probabilmente, stappato la seconda paratia della cascata della Mola di Mezzo, trasformandola per la quarta volta.
Ad ogni modo, qualunque cosa fosse avvenuta, l’effetto, per entrambe le cascate, era straordinario.
E tutto ciò testimonia anche la fragilità del nostro territorio.

Foto di copertina di Angela D’Achille: la meraviglia della cascata dell’Ogliararo il 3 agosto 2019